Puntuale come una tassa da pagare si ripresenta ogni anno il problema delle zecche per cani e uomini, un problema, difficile da combattere, possibile da prevenire, impossibile almeno per ora da eliminare.
L'attenzione rivolta a questi parassiti da parte delle industrie farmaceutiche è alta, i prodotti sul mercato sempre innovativi ed efficacissimi, però entro limiti di tempo che è bene rispettare per non ritrovarsi al punto di partenza con un parassita così coriaceo e prolifico.
Questi ectoparassiti si nutrono di sangue e possono rappresentare un serio pericolo per cani e più raramente anche per gli uomini, in quanto possibili trasmettitori di malattie anche gravi.
Le zecche appartengono all'ordine Acarina e sono di norma parassiti temporanei o periodici. Sono diffuse in tutte le zone del mondo a climi caldi e temperati e a quanto risulta sopravvivono anche in condizoni più difficili a temperature più basse.
In stagioni caratterizzate da inverni non paticolarmente rigidi, come quello appena trascorso, posso dire personalemnte di essermi trovato ad effettuare trattamenti antizecche sul cane, in seguito ad uscite a beccacce nei mesi di dicembre e gennaio.
In Italia le zecche presenti appartengono principalmente a due tipi: il Riphicephalus Sanguineus, sarebbe la classica zecca che infesta i canili e di conseguenza i cani, di proporzioni più grandi, e l'Ixodes Ricinus, la zecca che predilige invece le zone boschive, ed è per questo che la troviamo nei nostri cani a caccia.
Il problema maggiore nella lotta a questi parassiti è sicuramente legato al loro ciclo riproduttivo estremamente veloce e prolifico.
Il ciclo vitale comprende quattro fasi di sviluppo, cioè uovo, larva, ninfe e individuo adulto.
Dopo l'accoppiamento che avviene mentre la femmina continua a succhiare sangue dal corpo ospite, la femmina abbandona per un arco temporale di circa 10/15 giorni l'ospite per deporre le uova in piccoli anfratti e poi morire.
Pensate che le uova possono arrivare ad un numero compreso tra 1000 e 5000 a seconda della specie!
Le uova sono protette da particolari sostanze che ne impediscono l'essiccamento e dopo alcune settimane nasce una larva che si trasforma a sua volta in individuo sessualmente maturo.
In tutti gli stadi di sviluppo si nutrono di sangue necessario per i processi di muta, però mentre alcune specie compiono tutto il loro ciclo biologico su uno stesso ospite, come fa il Riphicephalus sul cane, altre zecche come l'Ixodes hanno per ogni stadio del ciclo un ospite diverso, possono essere roditori, uccelli o mammiferi.
Alla vista, le zecche allo stadio adulto si presentano con un corpo appiattito, ovale o rotondeggiante.
Negli esemplari pieni di sangue il corpo può aumentare di volume, specie nelle femmine capaci di espandersi notevolmente.
Questa capacità riguarda la parte posteriore del corpo, mentre quella anteriore detta scudo, resta rigida ed inestendibile.
La zecca attacca il corpo ospite utilizzando un rostro e ad esso si ancora saldamente attraverso un organo munito di denti ricurvi detto ipostoma.
Con questo, aspira il sangue dell'ospite, avvaledosi anche della secrezione di sostanze anticoaugulanti.
Combattere il problema zecche in modo efficace significa prima di tutto prevenirlo.
Con l'avanzare della primavera inziare ad applicare ad esempio collari anti parassitari facili da reperire in farmacia, può essere una valida soluzione, sicuramente meno invasiva e più facile da applicare rispetto ai veri e propri trattamenti da fare al cane in caso di attacco avvenuto da parte dei parassiti.
Chiaramente non sempre è possibile accorgersi in tempo del sopraggiungere del problema, in questo caso i trattamenti spray o in polvere diventano necessari.
Nell'applicazione, da svolgere direttamente sul parassita, soprattutto per i cani da caccia importante è evitare che il liquido venga a contatto con il tartufo e in ogni caso, è consigliabile impedire con una museruola al cane di leccarsi nei punti interessati dal trattamento per evitare possibili effetti collaterali.
Risultati duraturi si ottengono se accanto al trattamento dell'animale procediamo con la disinfestazione dell'ambiente circostante ripetuta più volte nell'arco dell'anno, tenuto conto gli ectoparassiti trascorrono solo un breve periodo attaccati all'ospite e sono in grado di soportare anche periodi relativamente lunghi di digiuno prima di tornare. Per facilitare queste operazioni è di grande aiuto un canile o un ricovero costruito usando materiali lisci o superfici comunque lavabili. A caccia, i luoghi più a rischio sono gli incolti ai margini de boschi e i prati destinati al pascolo di greggi, solitamente ospiti di grande richiamo per le zecche.