Si tratta di un'azione il cui nome già di per sé induce all'errore , infatti si tende a interpretarlo come un unico momento determinato da una sola risposta di correttezza di un cane che esegue al meglio un addestramento recepito in precedenza. In realtà non è così. Stiamo parlando di quell'azione nella quale il cane da ferma dopo aver fermato il selvatico, in conseguenza dell'involo dello stesso rimane immobile nella sua posizione continuando a mantenerla anche dopo lo sparo. Si tratta quindi di una unica correttezza assoluta del cane che però si distingue in due differenti momenti che per la cinofilia d'elite sono inscindibili ma non altrettanto per chi intende trarne dei vantaggi a caccia.
Analizzando l'azione alla lente di ingrandimento noteremo che il cane obbedisce, inibendo il suo istinto volitivo di inseguire il selvatico, a due diversi stimoli , il primo dato proprio dall'involo del selvatico e il secondo da uno sparo che simula o meno un tentativo di abbattimento che ancor di più mette a dura prova la volontà del soggetto di rincorrere per poi eventualmente recuperare.
In cinofilia tutto ciò ha un senso molto importante poiché si lega alla necessità di proiettare le prove verso la selezione zootecnica e pertanto, in questo particolare caso, intendendo valutare con la correttezza al frullo e allo sparo la dressabilità di un cane e il suo equilibrio. Siamo al cospetto di una necessità che appartiene al mondo delle prove ufficiali ma ciò non toglie che la correttezza al frullo e allo sparo del cane possa avere una certa importanza anche a caccia dove però i due momenti sono assolutamente distinguibili e possono essere apprezzati anche separatamente.
Di grande importanza è il metodo di addestramento che si intende utilizzare. La cinofilia ha bisogno di tempi strettissimi ma la caccia no, e ciononostante molti cacciatori per impartire la correttezza al frullo tendono a prendere spunto dai metodi più coercitivi utilizzati dai dresseur professionisti per poi applicarli nel dressaggio ai fini venatori. Nulla di più sbagliato. Il motivo per cui a caccia si potrebbe preferire una certa correttezza del cane, oltre ad una marginale necessità estetica, è dovuto alla volontà di dare maggiore sicurezza all'azione di caccia che in caso di animali più inclini ad un involo basso, come ad esempio le quaglie,potrebbero mettere in pericolo l'incolumità del cane che rincorre a tergo mentre il cacciatore si prepara alla fucilata. Qui c'entra poco la selezione zootecnica e la dressabilità, qui il fulcro del tutto è la sicurezza e si tratta di un chiaro vantaggio che non sarebbe da limitare alla sola azione di abbattimento ma avrebbe più senso poterlo impiegare durante tutta l'azione di caccia, ove ciò sia necessario.
Ferma al frullo: metodo di addestramento
Ecco qui che entra in gioco il metodo di addestramento da utilizzare per impartire la ferma al frullo. L'obbligo di una correttezza "automatica" della cinofilia può lasciare il posto ad una correttezza a comando da utilizzare a caccia, quindi di una correttezza su richiesta esplicita del cacciatore che con un ordine oramai ben chiaro dato al suo cane lo induce a rimanere fermo fino a quando non vi sarà un altro ordine che lo indurrà a riprendere la corsa.
Si potrà "liberare" il cane dalla coercizione imposta con un semplice vai o con altri stimoli, uno tra questi stimoli è proprio la fucilata. Come già esposto i due momenti sono qui facilmente distinguibili e pertanto si potrà pretendere che il cane rimanga fermo al frullo del selvatico ma parta a rincorrere e/o ricuperare l'animale subito dopo la fucilata.
Si avrebbe in tal modo il chiaro vantaggio di garantire la sicurezza e allo stesso tempo consentire al cane di mantenere un contatto visivo col volatile e seguire la direzione verso la quale il selvatico è riuscito a sottrarsi o il punto dove è caduto dopo l'abbattimento.
Il cane deve quindi capire con chiarezza quale è la richiesta del suo conduttore e poi interpretarla al meglio. Felice Delfino nel suo libro "Addestramento de Cane da Ferma" scriveva in merito all'importanza del "Terra" comandato al cane da caccia e al metodo usato per insegnarlo. Si tratta di un comando tanto semplice da far comprendere quanto difficile da far rispettare.
Il "Terra" non sarà necessariamente un comando verbale, può essere un colpo di fischietto o uno schiocco di dita , è importante che sia per il cane un comando chiaro da non confondere con altri . Saranno utili a tal fine un resistente e lungo guinzaglio, molta determinazione e una buona dose di pazienza. L'addestramento sarà lungo, difficile e a tratti scoraggiante, ma bisognerà perseverare e una volta consolidato ci consentirà di tenere alle redini il cane.
Ferma al frullo: vantaggi
Il vantaggio della correttezza imposta a comando non si limiterà a essere utilizzata e a dare sicurezza soltanto durante l'azione conclusiva dello sparo ma potrà e dovrà essere utilizzata in tutte quelle occasioni che imporrano al cacciatore di dover fermare il cane per l'imminenza di un pericolo che può essere dato da un auto che sta passando, una buca profonda o piuttosto un precipizio dal quale allontanarsi.
I casi che possono presentarsi sono infiniti e rappresentano al meglio la caratteristica imprevedibilità della caccia che per sua stessa natura è un insieme di incognite a cui far fronte ad ogni uscita. La "Ferma al frullo" aiuta sicuramente a gestire in maniera più efficace l'imprevisto, a patto però che sia ben eseguita perchè in caso contrario non farà altro che amplificare un pericolo già esistente.