Si sa che nelle cose della vita, non esista lama che non sia a doppio taglio. Lo confermo, significando con ciò – in questo caso – che se è vero che il continentale moderno – tedesco in primis – per reggere la concorrenza degli inglesi dovette giocoforza… inglesizzarsi, altrettanto è vero che dopo l’avvento dei kurzhaar e dei drahthaar – con le loro capacità di farsi sbrigativi alla bisogna, il loro riporto e recupero naturali, sommati ad una tenuta di ferma che nulla aveva da invidiare a quella dei figli d’Albione – accadde che necessariamente anche gli inglesi furono costretti a… continentalizzarsi.
Fu per coprire tutte le richieste dell’utenza venatoria; in un gioco continuo di reciproci “scambi culturali” di competenze e di dressaggio che altro non fece se non migliorare – venatoriamente parlando – praticamente tutte le razze. Sembra quasi paradossale dunque quanto sto per affermare, eppure è la verità: se oggi setteristi e pointermen hanno cani polivalenti capaci di fare lavori che anticamente nessuno si sognava neppure di chiedergli, questo più che in parte è dovuto alla discesa in campo dei fermatori tedeschi.
I quali, con il loro elevatissimo gradiente di concorrenzialità, resero necessario estendere il range di utilizzo di cani altrimenti assai specializzati come i british. Vero dunque che kurzhaar& c. devono molto al pointer, altrettanto vero tuttavia che il debito “di sangue” mi pare ampiamente saldato dal fatto di aver portato gli anglofili tutti a rendere i loro attuali campioni assai più versatili, utili di quelli di un tempo. La concorrenza è sempre l’anima del commercio!