Capita sempre più spesso nell’era dei social di sentir parlare e avanzare giudizi sui più vari argomenti, anche da coloro che non hanno evidente conoscenza o esperienza diretta di ciò che non esitano però a condannare guidati soltanto dal pregiudizio verso le diversità culturali o di pensiero. Le tendenze cambiano in fretta e i giudizi si uniformano vertendo sempre sul pensiero unico di massa sostenuto dal “sentito dire”. Risulta a questo proposito fin troppo facile attaccare uomini che condividono la passione per la natura e la libertà con i propri cani ma anche armati di doppietta. Cadere nella banale condanna dello sparo è sempre il primo traguardo dei detrattori del mondo venatorio quando invece questo rappresenta per il cacciatore, soprattutto cinofilo, l’ultimo dei pensieri. Se così non fosse, cioè se la soddisfazione e il pieno appagamento si trovasse nell’uccisione del selvatico non avrebbero senso i tanti sacrifici sostenuti da coloro che decidono di accudire i propri cuccioli fino a portarli alla piena preparazione che nel caso dei cani da caccia non corrisponde alla semplice passeggiata al parco ma un vero e proprio impegno quotidiano al fine di vedere i propri compagni godere di ottima salute psicofisica. Un cane da caccia infatti, può sembrare scontato ma è il caso di ribadirlo chiaramente, è felice a caccia! Altre destinazioni sono per questi cani degli adattamenti e delle forzature senza dubbio più comode da gestire per chi li possiede, ma non una risposta alla vera natura di questi soggetti vocati al movimento, alla libertà e alla ricerca nei grandi spazi dove trovano pienamente appagati la dinamicità e la curiosità verso il mondo che li circonda.
I cacciatori di tutto ciò sono invece pienamente consapevoli e animati dalla stessa passione dei propri cani, condividono appunto con loro momenti emozionanti e spensierati della propria vita. Avere un cane o molto spesso più di uno, significa essere disposti ad investire tempo, impegno e denaro per condividere soddisfazioni a caccia e mantenere al meglio questi compagni di avventure. Alla luce di quanto detto fin qui ci chiediamo, quale cacciatore dopo aver allevato, visto crescere e portato a formazione un cane di cui ha visto giorno per giorno emergere le doti al pari di un genitore, abbandonerebbe nel periodo estivo o di caccia conclusa il proprio cane?
Di cosa si parla se non di attacco ideologico e gratuito quando si sostengono simili assurde tesi? I cacciatori veri, degni di essere indicati con tale nome, non sono ancora schiavi del pensiero consumistico usa e getta, sanno rispettare i tempi e i modi che la natura impone e hanno ben presenti principi quali il rispetto e il sacrificio in nome di obbiettivi e ideali. Il tempo libero corrisponde quasi sempre al tempo da dedicare a questa passione e ai propri cani, organizzando quello che è uno stile di vita e non uno sport alla ricerca di emozioni e libertà. Chi ha conosciuto l’amore davvero gratuito di una cane e ha condiviso la gioia di alcuni momenti pieni di senso senza neanche la necessità di una parola, non avrà mai un motivo valido per abbandonare tutto questo.