In questo periodo il caldo non è ancora asfissiante e la mattina si strappa alla notte qualche sprazzo di fresco per poter sciogliere i cani e approfittare per avviare qualche cucciolo sul selvatico. Facendo le dovute scuse ai grandi maestri cinofili, prendo a riferimento la mia modesta esperienza e provo a fare il punto su come, dove e quando l’addestramento si esercita e soprattutto, perché addestrare un cane. Lo farò in più puntate, certo che l’argomento non sarà esaurito e ogni condizione descritta troverà sempre una versione migliore o un’esperienza in più da raccontare.
Come iniziare, la scelta del cane
Partiamo dalla fine; perché addestrare un segugio? Una domanda tanto semplice quanto profonda. Perché è un’esperienza meravigliosa, altamente formativa, che insegna più al cinofilo che al cane stesso. Introdurre un cucciolo all’esercizio venatorio, capire il momento opportuno, averlo preparato fisicamente e psicologicamente, saperne interpretare le esigenze, individuare subito le caratteristiche peculiari, instradarlo conducendolo ma senza vincolarlo, capire i progressi e intervenire sui difetti, perfezionare l’azione senza mai perdere la pazienza, non sembra di parlare di un’attività legata alla caccia, è una pratica che ricorda più una forma d’arte. Un ciclo che si ripete mai uguale a se stesso ad ogni cucciolo che avviate, ha la medesima scintilla di ogni cucciolata che arriva nel canile, c’è sempre quell’innata magia della prima volta che ci attrae e ci mette in gioco.
L’addestramento non è un meccanismo automatico e ripetitivo. Ecco, fissiamo subito questo concetto, è il primo articolo di un codice non scritto ma indispensabile per raccogliere le tante sfaccettature di un’attività che spesso interpretiamo come accessoria. L’addestramento è in realtà una complessa serie di dettagli che in modo sottile spesso non percepibile dal cinofilo, contribuiscono alla formazione, prima ancora che della capacità venatoria, del carattere e della personalità del cane.
Da dove comincia l’addestramento? È uno dei più complicati dilemmi che ogni cinofilo deve dipanare prima di affiancarsi a un segugio e condurlo in cerca di un selvatico. Senza scendere eccessivamente nel dettaglio, che ci costringerebbe a scrivere libri interi, diciamo che l’addestramento comincia dalla selezione. Esatto, proprio dalle basi, e non parlo della selezione intesa come accoppiamento, mi riferivo a un momento ancora precedente: la selezione intesa come scelta della razza che ci attribuiamo e con cui vogliamo cacciare. Le aspettative, il nostro carattere, il modo in cui andiamo a caccia nei nostri territori influiscono sulla nostra capacità di stabilire affinità migliori con una razza piuttosto che un’altra. Prima di pensare a come far diventare un cane un campione dobbiamo pensare a cosa vogliamo, come vogliamo e sappiamo cacciare.
Personalmente prima di scegliere l’ariegeois come i segugi per la vita ho sondato altre razze. Di alcune mi piaceva la voce, cosi potente e vigorosa come quella dei Giura, di altra la tenacia e la robustezza come i Griffon Bleu e in particolar modo di quest’ultimi ho avuto la fortuna di possedere un soggetto eccezionale. Eppure mi mancava qualcosa. L’eleganza tipica dei segugi di estrazione “leprina”, il manto bianco e le orecchie nere che li distinguevano in un ambiente rude e sporco, la loro capacità di aggregarsi naturalmente e sprigionare potenti seguite, incalzanti, veloci, roboanti. Questi aspetti erano ideali per la mia indole, potenza ed eleganza. Inoltre le condizioni ambientali nelle quali cacciavo li rendevano grandi protagonisti. Se pure la vegetazione era molto fitta e questa razza soffre, l’estensione delle cacciate era spesso immensa e la capacità di distendersi in azioni insistenti e lunghe, trasmetteva un piacere che ancora oggi continuo a godere quando i cinghiali e i cani saltano le poste e ascolto la muta allontanarsi per chilometri senza mai mollare la preda.
Video: Addestramento dei segugi per la caccia ai cinghiali. La fase iniziale
La fondamentale conoscenza della razza canina
Sciolto questo nodo e scelta la razza dovremo essere molto bravi ad approfondire la conoscenza dello standard di lavoro cosi da pianificare meglio le nostre azioni e guidare i soggetti aiutandoli ad approcciare al bosco e al selvatico in modi e tempi che meglio si allineano alle loro peculiarità.
Queste prime fondamentali accortezze aiuteranno i cinofili e i canai a ottenere migliori risultati, o minori difetti, in particolare durante i primi approcci. Altro articolo che aggiungerei al codice del cinofilo e che ritengo fondamentale per l’addestramento è che il cane è dotato di istinto venatorio per natura, non dobbiamo insegnargli ad andare a caccia, sarebbe come a dire che qualcuno ci debba insegnare a respirare per sopravvivere. Il cane va “semplicemente” accompagnato e messo in condizioni ideali per potersi esprimere e mostrare le sue qualità, noi dobbiamo limitarci a preparare l’ambiente attorno. Molto si dice sull’addestramento e in tanti dispensano consigli molto utili, resta tuttavia un aspetto che fa la spunta al terzo principio del codice: non esiste un metodo unico per addestrare i cani, non esiste un modello o un libro da seguire pedissequamente. Questo per un motivo decisamente semplice: non esiste un cane uguale all’altro e non esistono modi e tempi di reazione uguali nemmeno per fratelli e sorelle di una stessa cucciolata che abbiano fatto lo stesso percorso durante l’approccio. Abbiamo dunque capito qualcosa in più di noi stessi, scelto la nostra razza dopo averne studiato le caratteristiche e lo standard di lavoro, abbiamo selezionato i nostri cuccioli, siamo dunque pronti per scendere sul terreno di prova? No, affatto. Manca la parte più dura e complessa dell’addestramento, quella indispensabile e la più raffinata, il rapporto tra voi e il vostro segugio e quello tra lui e gli altri compagni di caccia, aspetti che maturano e si sviluppano nel canile.
Nel canile esercitiamo la fase più importante dell’addestramento, il resto sarà puro divertimento, pur con accortezze e passaggi intrapresi con metodo e senso di responsabilità. Vi rimando dunque al prossimo articolo nel quale approfondiremo quelli che, per la mia consueta modesta esperienza, ritengo momenti fondamentali nella vita del segugista e soprattutto ingredienti indispensabili per una buona riuscita del cane.