Armi classiche: una carabina John Rigby in calibro
.275 Rigby costruita su azione Mauser 1898

Il .275 Rigby, calibro nel quale mi sono imbattuto all’armeria Berrone di Alessandria che aveva il fucile di cui vedete le foto, merita qualche attenzione. Anche perché è l’ennesima dimostrazione del fatto che i dati online debbano essere presi con doverosa cautela. Infatti il calibro .275 Rigby è attribuito al costruttore irlandese, e poi inglese, come munizione proprietaria. Beh, proprietaria di Paul Mauser, che nel 1892 modificò la munizione anch’essa proprietaria 8x57 restringendone il colletto a 7 millimetri. La nuova munizione, camerata nel fucile modello 1893, aveva una velocità alla bocca di 700 metri al secondo, molto elevata per l’epoca; addirittura Colombia e Brasile adottarono, per la munizione, una palla da 139 grani con velocità di 900 metri al secondo. Una prestazione impressionante.

Lato sinistro della carabina Rigby .275
Lato sinistro della carabina Rigby .275
Castello della carabina Rigby .275
Sul castello è riportato il tipo di munizione per cui è stato tarato il fucile.

Si può pensare che Rigby non avesse necessità di attribuirsi una cartuccia; in fin dei conti la ditta esisteva da molto tempo e godeva di un’eccellente reputazione. Il fondatore dell’azienda fu John Rigby, che visse ed operò a Dublino dove iniziò l’attività nel 1775. Si tratta quindi della più antica ditta indipendente che ancor oggi esista nelle isole britanniche. La ditta, pur costruendo fucili per caccia e tiro, divenne inizialmente famosa per le sue pistole da duello, riconoscibili dalla particolare finitura del damasco, realizzata con un attacco acido profondo. Alla morte di John, i figli William e John Jason continuarono l’attività, che passò al figlio di William, John anche lui, nel 1858. Fu questo John Rigby, il nipote del fondatore, che rese il nome famoso nel mondo. Dopo pochi anni di attività aprì un negozio a Londra, e la sua competenza in campo armiero lo portò ad essere sovrintendente della Royal Small Arms Factory di Enfield. Poiché questo compito gli impediva di essere presente a Londra, il negozio fu gestito da suo figlio Ernest. Nel 1892 l’attività di Dublino fu ceduta, e Londra rimase la sola sede della ditta, che nel 1900 si trasformò in società per azioni. La ditta si specializzò in fucili rigati, sia a colpo singolo che express, e disegnò le ben note cartucce .450, .470 Rigby e .416 Rigby. Nel 1906, quindi, avrebbe potuto utilizzare la cartuccia di Mauser continuando a chiamarla 7x57. In fin dei conti la munizione era ben nota, anche ad opera di Walter D.M. “Karamojo” Bell, cacciatore d’Africa che con essa abbatté, dal 1902 al 1214, ben 1011 elefanti. In Rigby tuttavia subentrò una considerazione commerciale: i cacciatori del Regno Unito erano affezionati al proprio sistema di misure e non gradivano le denominazioni continentali. Da qui la decisione di rinominare la ben nota e non nuovissima cartuccia.

Lato destro della carabina Rigby .275
Lato destro della carabina Rigby .275 

Carabina Rigby .275

Nel calibro .275 Rigby, nuovo nome del 7x57, è camerata questa carabina che risale a quell’epoca d’oro dell’archibugeria britannica che va dal 1880 alla Prima guerra mondiale. Non che nel dopoguerra le aspettative dei clienti fossero mutate; tuttavia gli operai esperti che garantivano certi aggiustaggi erano per l’appunto operai, carne da prima linea nella concezione britannica che affidava il comando a ufficiali usciti dalla nobiltà locale, e in prima linea furono uccisi. Al termine della guerra, non ce n’erano più a sufficienza per mantenere quei livelli qualitativi che risalivano a non molti anni prima.

Carabina Rigby .275 elemento parallelepipedo
L’elemento parallelepipedo sembra un incastro per attacco a piede di porco, ma non ha senso.
Carabina Rigby .275 dettaglio parallelepipedo
Un primo piano dell’elemento parallelepipedo, che sembra aggiunto in seguito.

La carabina si basa su un’azione Mauser 98, scelta praticamente obbligata in quanto fino al 1912 Rigby era il distributore esclusivo di Mauser nel Regno Unito. Naturalmente, benché si trattasse di un’azione di serie, le finiture e soprattutto gli aggiustaggi che troviamo su quest’arma sono di livello eccellente: l’otturatore si muove con un dito, scivola fluidamente al punto di sembrare senza attriti e la sicura, a bandiera, è dolcissima nell’azionamento e assolutamente silenziosa. Per il resto, sia pure con qualche finezza, ci troviamo di fronte ad un fucile di utilità, fatto per essere portato sul terreno.

Otturatore della carabina Rigby .275
L’otturatore separato dall’arma.
Faccia anteriore dell'otturatore della carabina Rigby .275
La faccia anteriore dell’otturatore, con il largo estrattore che assicura l’alimentazione guidata.
Calcio della carabina calibro .275 Rigby
Il calcio è in un noce onesto senza essere di categoria premium.

Il calcio, a mezza pistola, è in un noce passabile ma ben lontano dal noce di Dordogna dei grandi fucili ancorché la disposizione delle venature sia corretta, lo zigrino è a passo abbastanza largo, la terminazione del calcio è in metallo e nella parte posteriore dell’azione c’è un elemento quadrato con un foro centrale anch’esso quadrato, di utilità ignota quantomeno a chi scrive, che non è attacco per cannocchiale e ha una finitura grossolana, segnata da maldestri smontaggi, al punto di farmi pensare che si tratti di qualcosa aggiunto in seguito. Nulla che non possa essere sistemato con poca spesa, ne sarei capace anch’io, ma dà qualche fastidio vederlo.

Carabina Rigby .275. Scritta SAFE in oro
La sicura è a bandiera. La posizione di sicura è contrassegnata dalla scritta rimessa in oro.

I dettagli di qualità, comunque, anche in un fucile concepito per essere portato sul terreno, ci sono e si vedono. Ad esempio, la posizione di sicura è contrassegnata dalla scritta SAFE rimessa in oro. La tacca di mira è a fogliette, con la linea di mira contrassegnata in oro e collimazione a 200, 300 e 400 yard. Il mirino è sostituibile ed è in metallo chiaro. A volte li facevano di platino; potrebbe essere, ha una tonalità troppo fredda per essere d’argento e mirini in oro bianco non risultano in tutta la produzione del Regno Unito. È quindi un fucile Mauser che non è “il solito Mauser” ma un’arma curata e rifinita come all’epoca si usava, almeno per i costruttori reputati e le armi fini.

Tacca di mira della carabina Rigby .275
La tacca di mira a fogliette, tarata per palle da 140 grani.
Carabina calibro .275 Rigby
La volata è protetta; il mirino, sostituibile, sembra essere in platino.
Presentazione della cartuccia nella carabina Carabina .275 Rigby
La presentazione della cartuccia è perfetta. Sta per iniziare la parte guidata dell’alimentazione.

Può costare caro? Dipende. È evidente che un Mauser realizzato da CZ o, meglio, da Zastava (per inciso: è l’unico costruttore che fa i Mauser originali, nel senso che hanno ricevuto dalla Germania i disegni e i macchinari in conto danni di guerra) costerebbe meno. Ma non sarebbe un Rigby. E poi farsi realizzare e tarare la tacca di mira a fogliette e, soprattutto, avere l’eccellente scatto di questo fucile sono operazioni che comportano un certo costo. Tutto sommato vale la pena di affrontare una spesa più elevata per avere un fucile dell’epoca d’oro. Allo sfizio non si comanda e vedere la malcelata invidia degli altri cacciatori, quelli che hanno fucili con calcio in polimero e azione semplificata, è pur sempre qualcosa che non ha prezzo.

Scheda tecnica della carabina Rigby .275

CostruttoreRigby, United kingdom
Anno di costruzione1906
Calibro.275 Rigby (7x57)
AzioneMauser 98
Lunghezza canna65 cm
Calcioin noce
Calcioloin metallo
Sicuraa bandiera tradizionale
Miremetalliche
Tacca di miraa fogliette per 200, 300 e 400 yard
Mirinoin metallo bianco (platino?) intercambiabile
Scattodiretto sistema Mauser