Per chi ama praticare la caccia in braccata al cinghiale utilizzando una carabina semiautomatica la scelta dell’arma è stata quasi sempre obbligata tra i prodotti offerti dalle sostanzialmente poche ditte produttrici che, pur con differenze più o meno marcate sul sistema di funzionamento, lunghezze di canna o quant’altro, avevano tutte la stessa impostazione…molto classica, lineare, squisitamente venatoria. Chi voleva utilizzare qualcosa di diverso, magari più marziale, poteva solo rivolgersi al mercato dell’ex ordinanza sperando di trovare magari qualche vecchio Fal ancora in buone condizioni, qualcosa che comunque sparasse una munizione efficace per il signore della macchia.
I black rifles erano già disponibili sul mercato, ma quasi tutti camerati per le munizioni di ordinanza dei due blocchi contrapposti, il 223 Remington occidentale ed il 7,62x39 orientale, entrambi i calibri decisamente poco performanti per il cinghiale. Quei pochi sporters disponibili in cal. 308 Win erano tutti (o quasi) in configurazione varmint, quindi con canne di forte spessore, pesanti, scomodi, costosissimi ed anche catalogati sportivi. Poi è arrivato lui, il Bushmaster BR Moe in cal. 308 Win.
Finalmente dopo anni era disponibile un’arma di aspetto e meccanica militari, bella, non troppo pesante, portabilissima e soprattutto catalogata da caccia. Se poi si aggiunge che il caricatore (prima dello scellerato decreto relativo) aveva una robusta dotazione di 20 colpi, era imperativo non farselo scappare. E così me lo comprai con l’intenzione utilizzarlo in braccata.
Le sue caratteristiche strutturali sono ottimali per l’uso venatorio, il peso è di circa 3,9 chili scarico ( che passano a 5 con ottica montata e caricatore pieno). Lunghezza totale a calcio collassato di 86 centimetri, 96 alla massima estensione, calcio e asta guardamano sono in robusto polimero, resistenti a qualsiasi maltrattamento. La canna è di tipo semipesante, lunga 41 centimetri con sulla volata uno spegnifiamma del tipo a gabbietta che svolge benissimo la sua funzione. La dotazione prevede anche un’impugnatura a manopola da montarsi sul guardamano che qualcuno potrebbe anche trovare utile,… io ho preferito lasciarla nella scatola, mi violentava l’estetica.
Fin dalla sua prima uscita l’arma si è dimostrata subito particolarmente compatta, maneggevole e, grazie al calcio collassabile e regolabile su tre posizioni, velocemente adattabile in lunghezza ai diversi spessori di vestiario utilizzato. Entra in punteria in maniera superba permettendo un ingaggio rapidissimo, la portabilità è massima e la conformazione del calcio consente di sistemare la cinghia anche in posizione tattica, con arma a tracolla, canna rivolta in basso e immediatamente pronta all’uso pur concedendo la possibilità di avere le mani libere. Una vera chicca.
Le mire sono classiche per il genere, con mirino montato stabilmente su rampa alta e tacca amovibile e abbattibile del tipo a diottra, in verità non troppo immediate nell’acquisizione del bersaglio (ma che però costringono a mirare), fissata su un rail a tutta lunghezza del castello, cosa che consente facilmente il montaggio di qualsiasi sistema ottico di puntamento si voglia utilizzare.
Come tutti i fucili d’assalto della serie M4 e similari, l’arma è studiata in maniera da avere l’asse di canna perfettamente in linea con il calcio, in maniera che il rinculo si scarichi perpendicolarmente alla spalla, annullando il rilevamento. Ad ogni colpo l’arma resta stabile in linea di mira, permettendo un velocissimo doppiaggio dei colpi con il reticolo sempre sul bersaglio. Il rinculo, pur non essendo quello di un 223, resta gestibilissimo e per nulla punitivo. Nelle sessioni di tiro effettuate in poligono per le necessarie collimazioni, e poi sul campo, ho avuto modo di apprezzare il lavoro del freno di bocca che, essendo privo di sfiati nella parte bassa (probabilmente per impedire il sollevamento di polvere nel tiro da terra), aiuta sensibilmente ad annullare il rilevamento.
Me la sono portata a spasso ad ogni uscita a caccia, lasciando a casa il mio vecchio STG 58, peso come un piombo pur se preciso e affidabilissimo, e devo dire che il Moe non me lo ha fatto rimpiangere neanche un po’. Il fucile si è dimostrato eccellente, portabile anche per lunghi tratti senza sentirne troppo il peso, viene alla spalla splendidamente e consente una collimazione immediata. Il funzionamento è stato impeccabile, i primi (e unici) tre colpi sparati a caccia sono filati via lisci come l’olio finalizzando splendidamente la faccenda. …finalmente un’arma diversa dal solito.