Dieci anni sono un niente in termini storici per un’arma. Eppure verrebbe da dire che per la Benelli rappresentano un’eternità.
Era infatti un freddissimo dicembre in Romania di poco più di lustri fa quando dinnanzi a tutta la stampa mondiale Benelli presentava la propria rivoluzione copernicana nelle carabine da caccia: l’Argo!
Compatta, robusta, affidabile, versatile, accurata, modulare in termini di canne e calibri e caratterizzata da un design strepitoso, in breve divenne un vero e proprio must non solo fra i cacciatori di cinghiali del vecchio continente, per i quali era stata pensata, ma persino per i tanti dear stalker internazionali, che da allora presero a utilizzarla nelle loro battute alla cerca di ungulati vari, specie poi negli Usa.
Insomma, parliamo di un vero e proprio classico.
VIDEO: Benelli Argo E Pro
Un classico tuttavia made in Benelli, con tutto ciò che questa appartenenza vuole dire.
Innovazione e ricerca infatti, sono in assoluto la firma della grande casa urbinate.
Innovazione e ricerca volte sempre al conseguimento di quello che per altri sarebbe solo un’utopia: la perfezione, e il superamento della stessa!
Dall’Argo in quanto tale, sono poi nati successivi up-grade che senza stravolgere il progetto originale, come dicevamo nato di per sé perfetto, si sono subito rivelati volti verso due dimensioni cardinali:
1) assecondare le esigenze delle varie tipologie di clienti finali in base a quelli che tecnicamente sono i singoli compiti all’interno di una squadra di cinghialai;
2) rendere sempre più bella ed efficiente un’arma nata già perfetta nel solo modo in cui questo è possibile senza entrare nel regno della follia: applicandoci di volta in volta tutte le novità derivate dal geniale laboratorio sviluppo e ricerche della factory.
Di qui:
1) da un lato i vari modelli e versioni dal legno al tutto polimero, sino alle special edition lusso, perché c’è chi traccia e va coi cani in mezzo ai rovi, e chi invece sta alle poste e magari, fra un pensiero e l’altro, fra una riflessione e un’emozione, gode anche nel rigirarsi fra le mani un bell’oggetto;
2) e dall’altro le applicazioni delle varie tecnologie soprattutto volte a diminuire gli effetti fisici negativi dello sparo, derivate dalle esperienze sviluppate con l’anima liscia: dal sistema Comfort Tech, sino al Progressive Comfort.
È stato per questa via che oggi siamo arrivati all’Argo E Pro: il non plus ultra del progetto originale in quanto tale.
Le parole sono pietre
A come Argo, e su questo non ci piove. Il design è quello celeberrimo ormai, che ha reso l’arma una sorta di status-gun fra i cacciatori di cinghiali. Analizziamo allora cosa significa la E che troviamo subito dopo il “nome”.
No, la E non rappresenta a nessun livello come si potrebbe pensare l’iniziale di Energy - a che serve più energia in una carabina semiautomatica che può sparare senza problemi munizioni in calibro 300 Winchester magnum? - quanto piuttosto la E di Endurance, a significare il terrificante Stress-Test di durata cui è stata sottoposta la nuova generazione di Argo, dopo il rimodulamento interno di alcuni elementi del sistema presa di gas (Auto Regulating Gas Operating) in sinergia con il gruppo otturatore.
Parliamo di migliaia e migliaia di colpi sparati in rapida successione, senza soluzione di continuità, durante i quali la carabina ha continuato a riarmare e sparare sempre, in ogni condizione, con assoluta, monotona regolarità.
Resta a questo punto da definire cosa rappresenti il Pro finale, e non si fa fatica a intuirlo in termini concettuali generali, anche se è necessario poi approfondire e toccare con mano per capire veramente.
Qui gli elementi distintivi che subito balzano agli occhi sono la finitura della carcassa in splendida tonalità grigio scuro opaco, per poi arrivare ai legni. Questa finitura che dona un effetto “ceramica” sia allo sguardo che al tatto, crea anche uno splendido connubio cromatico complessivo dato dal modo in cui si sposa con i neri lucidi delle bruniture sui metalli (canna e copri otturatore), e quelli opachi delle parti in tecnopolimero (guardia del grilletto e pacchetto caricatore).
Poi ci sono i legni... ci arriviamo fra un momento. Prima è bene parlare di quest’effetto magico derivato dal nuovo COATING della carcassa (ottenuto con un processo di elettrodeposizone), mirato a renderla non solo esteticamente più bella e accattivante, quanto infinitamente più resistente ai graffi, agli agenti atmosferici e all’usura in genere. Cioè, più “PROfessionale”.
Fattore che quindi proprio i legni contribuiscono a realizzare, sia con il nuovo sistema di realizzazione degli zigrini all’astina e alla pistola, ché, soprattutto, con l’applicazione della tecnologia PROGRESSIVE COMFORT all’intera pala del calcio.
PROGRESSIVE COMFORT
L’avevamo già visto e provato nel Benelli Power Bore in calibro 12 liscio, lo ritroviamo par paro applicato ora nell’Argo E Pro. Parliamo del Progressive Comfort: un sistema meraviglioso di smorzamento del rinculo e del rilevamento dell’arma, composto da un sistema modulare d’innesti nella pala del calcio. Nella parte superiore, quella che va contatto con la guancia del tiratore, al nasello per capirci, troviamo un inserto in caldo e morbido poliuretano espanso, capace di smorzare in maniera sensibilissima le vibrazioni dell’arma.
Al calciolo invece - nascosto in un pacchetto a scomparsa del quale spunta il solo calciolo intercambiabile - ecco il vero e proprio cuore pulsante del sistema, rappresentato da un sistema per l’appunto progressivo, intelligente di assorbimento del rinculo e del rilevamento, capace cioè di adattarsi alle varie cariche al fine di trasmettere sempre la minor quantità possibile di moto verso la spalla del cacciatore. Manco dirlo poi, che per tutte le parti esterne esistono possibilità di moduli e lunghezze/altezze differenti, al fine di poter customizzare l’arma in base alle varie esigenze di luogo o stagionali.
Il risultato (come potrete vedere anche nel video che abbiamo realizzato per l’occasione), la fotocopia di quello che avevamo già potuto verificare sparando al campo e a caccia col Benelli Power Bore cal 12 ad anima liscia: anche qui provando cariche identiche, oppure mescolandone di assolutamente diverse alla rinfusa, per granatura e tipologia di ogiva.
E cioè, un perfetto comfort al primo colpo, con una sensazione di rinculo di almeno la metà di quella ci sarebbe potuti attendere, con conseguente, relativo impennamento dell’arma ridottissimo sempre (e soprattutto sempre uguale, prevedibile), e quindi riallineamento fulmineo della stessa per doppiaggi e repliche successive dei vari colpi, velocissime quanto della più assoluta accuratezza. Il tutto a dar vita a performance personali, che buone od ottime, passano al next level: quello PROfessionale, per l’appunto.