La precisione, visto che la carabina Remington 783 appartiene alla serie 700, si dà per scontata. Qualcuno ha mai visto un’arma di quella serie che tiri male? Io no, e nemmeno gli amici che frequentano il mio poligono. Peraltro qui i sintomi della precisione sono già visibili ad un esame esterno. L’azione è molto rigida, la canna è flottante e abbastanza pesante, il pillar bedding nell’unione tra azione e calcio rende omogeneo e costante il comportamento e lo scatto è leggero, come si nota già dall’esame del grilletto. Quanto alla qualità, occorre riferirla al risultato che si vuole ottenere. Uno Swatch misura il trascorrere del tempo con precisione maggiore di altri orologi che costano molte migliaia di euro.
Certo l’alta orologeria con gli Swatch ha poco a che vedere, ma se ciò che si vuole è solo sapere esattamente che ora è la qualità di quell’ oggetto economico è molto elevata. Per conciliare la precisione, la qualità e l’economia occorre attribuire all’aggettivo “economico” il suo corretto significato. Purtroppo siamo condizionati dall’aver visto copie raffazzonate di modelli altrui nelle quali la riduzione brutale dei costi avveniva, su un progetto pedissequamente copiato nelle forme, a scapito della qualità. Ma se l’economia è realizzata in sede di progetto, come accade per gli Swatch, la qualità può essere anche molto buona.
In un fucile si risparmierà sulle finiture, si adotteranno cicli produttivi diversi, il calcio sarà economico senza perdere rigidità e non potrà essere in noce. Ma se la realizzazione meccanica sarà tale da garantire le caratteristiche di precisione che si richiedono ad una carabina da caccia il fucile sarà economico senza essere mai trasandato. Le economie di scala che possono essere realizzate con l’uso di componenti già collaudati prodotti dalla stessa azienda o da altre aziende del gruppo provvederanno a un’ulteriore riduzione dei costi senza inficiare minimamente le prestazioni. Che devono essere quelle di un fucile da caccia da portare senza patemi anche nello sporco o nei forteti, che sia affidabile e che spari con precisione. Altro non serve, al cacciatore, per dedicarsi alla propria passione.
Certo, il fucile fine ha un altro fascino, ma anche un altro costo e richiede attenzione e cura per non rovinare un prodotto al quale ogni graffio toglie una certa quantità di valore, magari piccola in percentuale ma elevata in senso assoluto. Se ciò che si desidera è semplicemente andare a caccia con un’arma efficiente ed efficace questo 783 svolge il suo compito in modo del tutto adeguato, nel senso che funziona ed è preciso. Benché il fucile fine sia una passione che tiene conto del bello oltre che del ben fatto, non è strettamente necessario realizzare opere d’arte per andare a caccia nei forteti o per stare alla posta sull’altana. E poiché la passione per la caccia si alimenta anche con l’acquisto e l’impiego di ciò che c’è di efficiente sul mercato, meglio se il prezzo di vendita è tale da consentire un acquisto emozionale, effettuato d’impulso.
La carabina è prodotta nel nuovo stabilimento di Mayfield, nel Kentucky, senza scorciatoie che avrebbero trasferito la produzione in Paesi a basso costo del lavoro: semplicemente i considerevoli risparmi sono stati realizzati in fase di progetto. Incominciando con l’abbatterne i costi: in Remington ammettono tranquillamente di essersi ispirati alle migliori idee già presenti sul mercato. Se sono già collaudate, l’affidabilità è garantita.
Nella carabina 783 l’azione è cilindrica, fatto che di per sé contribuisce alla rigidità. E’ di consistente spessore e con la parte superiore chiusa; la finestra di espulsione è lunga ma molto più stretta rispetto a realizzazioni analoghe. Questo disegno si traduce in una grande solidità dell’azione, che resiste all’azione torcente dello sparo e non flette; notoriamente rigidità dell’azione e precisione dell’arma sono in corrispondenza biunivoca tra loro. Il cielo dell’azione presenta i fori filettati, chiusi con viti, per il fissaggio di due basette del modello 700 o della base specifica del modello 783. Subito davanti all’anello d’acciaio rettificato che c’è tra azione e canna e che nella sua parte inferiore è un recoil lug, cioè un appoggio tra meccanica e calcio per una corretta ripartizione dello sforzo che il rinculo esercita su quest’ultimo, c’è un bullone di fissaggio della canna che consente di avere con semplicità un preciso headspace, spazio di testa, riducendo al contempo i costi, anche perché si tratta della soluzione presente sui fucili di Marlin, che al momento è una consociata di Remington.
Il calcio è prodotto per stampaggio a iniezione in polimero caricato con fibra di vetro; integrali ad esso, sempre per stampaggio, sono realizzati gli attacchi per la cinghia e sia la pistola sia l’astina hanno una finitura corrugata che migliora la presa. All’estremità posteriore un calciolo morbido serve a ripartire efficacemente il rinculo sulla spalla. E’ plastica, ma per quel prezzo è difficile aspirare a qualcosa di diverso, specialmente se consideriamo che un ciocco grezzo di noce, decentemente passabile ma certo non bello, costa già più dell’intera carabina compresa l’ottica. La forma del calcio consente un montaggio basso del cannocchiale, agevolato anche dalla forma della manetta dell’otturatore.
Il caricatore è a pacchetto, bifilare e con presentazione bifilare della munizione; realizzato in lamiera d’acciaio, la sua capacità è di quattro cartucce. Il pulsante di sgancio è di plastica ma è unito ad una molla d’acciaio; è inserito in un incavo del calcio per prevenire sganci accidentali anche se in un’arma non destinata alla caccia africana difficilmente si potrebbero generare situazioni di pericolo. Uno sgancio caricatore di plastica, pur con le caratteristiche dei materiali moderni, dà l’impressione di consumarsi col tempo e diventare meno affidabile; la molla d’acciaio dà un maggiore affidamento. Sarà una fisima, ma anche le sensazioni contano quando si acquista un’arma, specialmente per un acquisto che, per via del prezzo contenutissimo, può ancora essere emozionale. La versione del caricatore di questo fucile reca il modello dell’arma e l’indicazione: short action, che significa azione corta.
L’otturatore si separa dall’arma agendo su un elemento di sblocco collocato sul lato sinistro dell’azione; ha una testina snodata e capace di qualche movimento. E’ un accorgimento non nuovo (c’è già sul Mosin Nagant modello 1891) ma utilissimo, che migliora la precisione in quanto la testina chiuderà sempre con la faccia anteriore in posizione normale rispetto all’asse della cartuccia e con le alette di tenuta sempre a pieno contatto con i relativi recessi. Può sembrare un accorgimento irrilevante, ma se la palla entra storta in canna, potrà solo uscirne storta. Inoltre, questa soluzione riduce i costi pur migliorando le prestazioni. L’estrattore è di generose dimensioni e si colloca in uno spazio ricavato in una delle alette di chiusura; l’espulsore è quello tradizionale caricato a molla che caratterizza l’otturatore Remington e l’alimentazione non è guidata ma a spinta. Detto senza remore che l’alimentazione a spinta si è sempre dimostrata affidabile.
Lo scatto Crossfire è leggero, con resistenza regolabile tra 1.3 e 2.5 chili, regolato di fabbrica a 1.6 chili. E’ lo stesso impiegato sul Marlin X7 con i conseguenti risparmi per economie di scala e con un non indifferente miglioramento delle prestazioni rispetto a soluzioni più tradizionali. Anche con la regolazione più leggera, non è possibile che un colpo parta accidentalmente, perché il grilletto incorpora una sicurezza passiva, simile per intenderci a quella inaugurata, per le armi corte, dalla Glock. Finché quella sicura - leggerissima e quindi non soggetta a dislocarsi per inerzia in caso di urti - non è rimossa premendola a fondo non sarà possibile far partire il colpo.
Dopo di che lo scatto è diretto e pulito, ideale per la caccia ed eccellente anche alla regolazione più pesante. La sicura manuale è a due posizioni e non blocca l’otturatore, soluzione che ha il pregio della semplicità. Avere due sole posizioni della sicura ha comportato un ulteriore piccolo risparmio, senza nulla togliere alla funzionalità dell’arma.
L’arma è fornita con un cannocchiale anonimo 3-9x40, più che dignitoso per l’impiego diurno e abbastanza privo di aberrazioni, se si esclude una accettabile aberrazione cromatica in forte controluce.
Poiché una simile aberrazione l’ho trovata su ottiche nettamente più costose, oltre i 2000 Euro, non ci si può lamentare. La nitidezza non è entusiasmante, ma per la caccia diurna alle distanze di tiro di un .223, fino ai 200 metri, ce n’è più che a sufficienza.
E in ogni caso la carabina costa così poco che chi volesse un’ottica di qualità non ha che l’imbarazzo della scelta; nel catalogo di Paganini, l’importatore, ci sono cannocchiali Leupold per ogni esigenza e forse anche per ogni fisima.
Concludendo, siamo in presenza di una carabina poco costosa ma altrettanto precisa ed efficace rispetto a simili armi di prezzo maggiore. Non per nulla è il risultato di cinquant’anni di tecnologia ed evoluzione nella costruzione della carabine bolt-action più usate e diffuse al mondo. Il tutto, ad un prezzo davvero basso, specialmente se si considera che per importare l’arma dagli Stati Uniti è stato necessario affrontare, oltre a dazio Iva e trasporto, anche la nostrana burocrazia. E mi sento di affermare senza tema di smentita che l’unica cosa effettivamente più temibile di una burocrazia nel suo stato peggiore è una burocrazia nella sua forma migliore.
Per maggiori informazioni visita il sito Remington Arms
I prodotti Remington sono distribuiti da Paganini