In un nostro articolo sulle canne lisce dei fucili da caccia abbiamo accennato alla strozzatura, che è un restringimento del diametro interno della canna che può variare da zero a 12 decimi di millimetro, vediamola più a fondo.
Per incominciare, la sua paternità è dibattuta.
C’è chi dice che l’abbia ideata l’armaiolo britannico William Rochester Pape (che brevetta un metodo di strozzare le canne lisce in Inghilterra nel 1866) e chi ne sostiene la scoperta da parte dell’armaiolo William Greener, sempre inglese.
Gli americani affermano che la strozzatura sia dovuta a Fred Kimble, e il Capitano Charles Askins lo afferma costantemente nei suoi libri sul tiro a volo.
Non ci sarebbe da stupirsi, nonostante la fine della Guerra Fredda, se un bel giorno i russi sostenessero la priorità di Alexander Popov (...l'altro inventore della radio).
Se la questione di chi abbia scoperto che un restringimento della canna in volata ne migliora la prestazione è ancor oggi dibattuta, in ogni caso la strozzatura delle canne lisce è ormai di uso generale.
Le due eccezioni sono le canne slug per il tiro a palla asciutta, alle quali potremmo unire anche le cilindriche modificate, e le canne rigate dispersanti per la caccia nel bosco, soprattutto alla beccaccia.
In parole povere, la strozzatura è un tratto cilindrico, posto al vivo di volata, il cui diametro è inferiore a quello dell’anima della canna.
Quanto lungo debba essere il tratto ristretto e quanto lungo debba essere il cono che lo raccorda, è materia di sperimentazione, perché non c’è una teoria valida in merito.
Sono numerosi i fattori non misurabili, come ad esempio le interazioni semielastiche dei pallini, che influenzano il risultato in modo non calcolabile scientificamente e quindi, di fatto, non prevedibile.
La strozzatura può essere più o meno stretta: la quantità di restringimento è ovviamente diversa secondo il calibro.
La strozzatura massima si ha, in linea teorica, quando il diametro della parte strozzata corrisponde a quello del calibro immediatamente inferiore; la progressione da considerare è 10, 12, 14, 16, 20, 24, 28, 32, 36 e i diametri li trovate nella tabella delle forature.
Tuttavia la strozzatura piena, per il calibro 12, è di 11 decimi. La si indica, per tutti i calibri, con un asterisco, impropriamente chiamato stella.
Maggiore è il numero di asterischi, minore è la strozzatura della canna che si articola in sei gradazioni di cui quattro (piena, tre quarti, mezza, un quarto) indicano la canna strozzata. Le altre due, non segnate da asterischi, sono la canna cilindrica e la cilindrica modificata, in cui il restringimento alla bocca ha il valore di poco più di un decimo di millimetro.
A che cosa serve e come funziona la strozzatura? Serve a ottenere una rosata più fitta, cosa che in termini reali è espressa da questa tabella, supponendo che la distribuzione dello sciame dei pallini segua una curva gaussiana.
Strozzatura | Pallini in un cerchio di 75 cm a 35 m (%) |
Slug | 40 |
Slug modificato | 50 |
1/4 | 55 |
1/2 | 60 |
3/4 | 65 |
Strozzatura piena | 70 |
Il limite della nostra rilevazione sta nel fatto che noi vediamo la rosata in due dimensioni, alla placca, mentre lo sciame dei pallini ha tre dimensioni. Due pallini possono essere distanti un solo centimetro l’uno dall’altro, visti alla placca, ma nello spazio uno di essi può essere due metri indietro rispetto all’altro.
Tra due pallini distanti un centimetro un tordo non riesce a passare, ma se distano due o più metri questa considerazione non è più così categorica e il tutto dipende dalle reciproche velocità del tordo e dei pallini.
Per capire come la strozzatura funzioni dobbiamo andare a vedere che cosa succede al momento dello sparo, anche se come rappresentazione grafica del fenomeno abbiamo solo quella rappresentata dal De Florentiis.
Mentre percorre la canna e immediatamente all’uscita dalla volata, la massa di pallini è soggetta alla pressione dei gas di sparo che la spinge in avanti e alla resistenza dell’aria che la frena.
Ne consegue che i pallini periferici prendono direzioni casuali anche perché le interazioni semielastiche tra di essi non ne garantiscono la perfetta sfericità né la perfetta collocazione del baricentro.
La produzione dei pallini è un processo stocastico e già all’origine, anche se sono fatti rotolare su un piano per separare quelli di forma clamorosamente sbagliata, questo procedimento garantisce solo il rotolamento, ma non la sfericità perfetta.
Non basta. L’aria si condensa negli spazi tra i pallini e tende ad allargarli finché ciascun vortice d’aria prodotto da un pallino non abbia più influenza sugli altri. Vengono progressivamente ridotte, fino a eliminarle, le azioni reciproche.
Tutto questo viene fortemente modificato dalla presenza della strozzatura, che ha l’effetto di far uscire i pallini in ordinata successione, con un certo intervallo tra uno strato e l’altro della carica.
Fino al momento di raggiungere il tratto strozzato, la massa dei pallini percorre la canna in formazione serrata, spinta dalla borra che si muove in avanti.
Giungendo al cono di raccordo, lo strato anteriore della carica trova una resistenza che lo rallenta.
A questa resistenza si contrappone la spinta degli strati posteriori, facendo sì che il primo superi l’ostacolo. Questo, ovviamente, rallenta lo strato immediatamente successivo. Di strato in strato il rallentamento interessa progressivamente tutta la massa del piombo.
Ad uno ad uno, gli strati di pallini percorrono il tratto cilindrico della strozzatura ed escono in colonna regolare, separati gli uni dagli altri da uno-due decimi di millimetro. Questa distanza aumenta progressivamente, ma i pallini mantengono lo stesso rapporto di posizione. Ne consegue una minore dispersione e quindi una rosata più fitta e di diametro minore, come è stato evidenziato dalla tabella.