Al servizio della ferma
È la Lapis un bellissimo giustapposto con bascula ricavata da pieno di acciaio ad elevatissima resistenza, servita da canne favolose per leggerezza ed elasticità (cosa che di media la porta ad essere in cal. 12 attorno ai 2,800 kg! Ma viene declinata in qualsiasi altro calibro, sino al 410.), come si conviene ad un’arma destinata soprattutto alla caccia col cane.
Chi tuttavia qui cerchi nuovi materiali, tecnopolimeri e diavolerie varie, perde tempo. Siamo infatti nell’alveo della più consolidata tradizione, dove da padrone la fanno materiali di antica e provata fede (acciaio, appunto. Assieme a legni di più o meno pregiata qualità, ottima sempre) e lavorazioni sapienti ed accurate. La linea è originale e inconfondibile, pur restando nel solco della morfologia di base del fucile più classico che si possa concepire. A dire: la vedi, e se hai un minimo di dimestichezza in questo campo la riconosci subito: “toh, una Poli!” Spero di essermi spiegato...
La sua caratteristica saliente è la perfetta bilanciatura, cosa che la rende arma d’elezione dello stoccatore (chi tira rapido ed in modo istintivo).
Viene realizzata in tre versioni di base (e in tutti i calibri, come dicevamo), ciascuna caratterizzata dal grado sempre più elevato di finitura che la distingue. Cioè, stessa meccanica per tutte (una Hanson&Deley a prova di bomba, precisa ed impeccabile), stessa potenzialità balistica (leggi canne davvero di altissima qualità), con pregevolezza estetica via via più ricca e dunque più costosa man mano che si sale di gamma.
Da quella “liscia”, con semplici finiture a specchio e calciatura in noce semplice (abbordabilissima, e da un rapporto qualità prezzo entusiasmante), a quella “gassata”, con (finte) cartelle, incisioni più o meno ricche e personalizzate fino ad arrivare all’immancabile calciatura in radica invecchiata (ci vuole quale euro in più).
In mezzo la “ferrarelle”, ovvio. Ossia la versione lusso senza cartelle ornamentali (cioè, “onestamente Hanson, e lievemente incisa), con calciatura in noce scelto di bella granatura e altrettale disposizione delle fibre...
Di questa, due sono le versioni fra cui scegliere: da una parte quella tradizionale, con lievi incisioni floreali a ridisegnare gli elegantissimi profili a parentesi graffa, e dall’altra -originalissima, bellissima, oggetto di questo nostro intervento - quella definita ICE-ghiaccio - con tutte le parti in acciaio tirate più che a specchio, sì che quasi tutta la bascula e la minuteria sembrano fatte di d’oro bianco!
Il tutto nel calibro 20 in 2,500 kg. appena di peso, a favore di un equilibrio e una sveltezza alla spalla impressionanti!
Frutto di una tradizione che da generazioni passa di padre in figlio...
Come sono fatte
Partiamo dal cuore del fucile, ovvero le canne. Vengono dalla ditta Lamec di Cortine di Nave, fatte in acciai di altissima qualità al cromo nickel molibdeno, un acciaio di altissima resistenza (che perciò consente canne leggerissime) e dall’ottima elasticità, che permette un’ottima distribuzione della rosata.
Una volta ottenuti i tubi che verranno innestati nel manicotto, questi sono tutti raddrizzati a mano da un occhio supertecnico: quello del cannoniere (Sig. Bentivoglio). Questi poi, verranno uniti alla bindella e saldati a castolin in speciali forni.
La canna una volta assemblata viene riportata al cannoniere e se necessario ancora raddrizzata, dopo di che viene eseguita una prima fase di sgrossatura dove vengono ben delineate le camere di scoppio, l’anima e le eventuali strozzature (che consigliamo SEMPRE fisse!).
Ecco, la canna è pronta per essere accoppiata alla bascula e alla croce, attraverso la ramponatura.
Una volta ramponato, al fucile viene data una linea ben definita. Questa operazione si chiama tiratura, successivamente viene creata la meccanica interna e preparato il tutto per l’incassatura.
I legni sono tutti esclusivamente in noce italiano o turco, e vengono scelti da personale apposito, e prima di lavorarli rimangono sulle scaffalature a essiccare almeno due anni.
Vengono poi incassati singolarmente tutti a mano, rispettando le specifiche misure del cliente. Si prosegue quindi con la lucidatura a olio speciale con relativo zigrino, anche quello tassativamente eseguito a mano.
La bascula viene incisa a mano a seconda delle richieste del cliente in un secondo tempo, temperata e cementata.
Quando le parti principali del fucile (canne, bascula e legni) sono pronte, vengono montate in fabbrica per eseguire la prova del Banco Nazionale, dove viene sottoposta a prova forzata.
Come ultima operazione, viene fatta la brunitura o verniciatura della canna con la relativa bonifica e ricciolini.
Infine, prima di consegnarlo al cliente viene fatta la prova a sparo con relativa rosata e collaudo finale.
La risultante è un fucile magnifico, indistruttibile, dalle qualità balistiche impressionanti, capace di divenire IL solo fucile che poi, in una vita di cacciatore col cane da ferma, ciascuno sempre e sempre utilizzerà con piacere assoluto. Come solo capita coi prodotti di assoluta qualità.
Ne riparleremo certamente...