Il parallelo, meglio noto come doppietta viene considerato ancora da molti cacciatori il fucile insuperabile, soprattutto nella caccia vagante su selvatici veri, veloci e sfuggenti. Inotre, una nuova e doverosa concezione dell'attività venatoria deve sempre più tenere in considerazione la sportività e l'ambito sopratutto emotivo in cui questa passione si svolge. Per questo una delle tante chiavi di lettura di questo nuovo approccio è l'utilizzo da parte di molti cacciatori dei piccoli calibri. Ciò permette non solo di dare qualche chance in più al selvatico, ma anche di vivere in modo diverso, più disteso e rilassante una giornata di caccia.
Ciò in virtù sicuramente del minore peso, ma anche di una maggiore maneggevolezza che specie in un fucile dal puntamento istantaneo come la doppietta può rivelarsi un piacere puro.
Tutto questo deve aver ispirato la Franchi che ha scelto con la linea Esprit un nuovo modo per continuare a essere antichi seguaci di Diana.
Le nuove doppiette disponibili nei calibri 20 e 28 racchiudono in un'estetica pura e tradizionale, ma tuttavia elegante, una meccanica avanzata che privilegia soprattutto la maneggevolezza, abbinata all’istintività della mira dovuta all’equilibrio delle masse.
La doppietta Esprit risulta "tecnologica" nella sostanza, dunque di qualità, e completamente orientata al piacere della caccia, quindi all'ergonomia che si adatta estremamente alla fisiologia dell'utente nelle finiture e nella cura del disegno.
La bascula round body è un tocco di classe, accoppiata al calcio all’inglese realizzato in noce scelto finito a olio, zigrinato a passo fine e studiato in modo da adattarsi al meglio alle differenti complessioni fisiche, favorendo nel contempo la rapidità di imbracciata e di messa in mira.
Come già fatto col semiautomatico Affinity Franchi decide di iniziare col calibro 20, che esalta le linee, riduce il peso, aumenta la maneggevolezza e nello stesso tempo consente, grazie ai progressi nei caricamenti, di modulare le prestazioni su un range ben più ampio di quelle possibile fino a pochi anni fa.
Tutto questo ha senso solo se l’arma è letteralmente costruita intorno alla cartuccia, così fin dall’inizio si è abbianto al caibro 20/76 anche una variante 28/70 ancora più snella e leggera senza però troppo perdere, proprio grazie ai progressi nel munizionamento, in prestazioni.
È chiaro che la leggerezza aumenta il rendimento del cacciatore e lo affatica meno nel porto dell’arma, ma scendere troppo di peso può rivelarsi improduttivo per quanto riguarda la controllabilità del fucile.
È per questo che l'Esprit risulta leggera ma non esageratamente: 2,7 kg con canna da cm 71 per la Esprit 20 e kg 2,5 sempre con canna da cm 71 per la esprit 28.
Oltre alla canna da 71, le due Esprit sono entrambe disponibili con canne da cm 62 e 68. Le chiusure sono demi-bloc Hi-Tech, con rivisitazione dei metodi di saldatura e di regolazione della convergenza, con raccordi lunghi e dolci per diminuire la sensazione di rinculo e per ridurre le deformazioni a carico dei pallini, in modo da ottenere rosate più guarnite e regolari.