L'arma
Sono ormai mesi che il Fausti Italyco imperversa fra fiere e armerie in tutto il mondo, destando l'attenzione di tecnici e appassionati (negli USA è già un best seller).
Mancava un test sul campo, una sorta di prova dal vivo, oggettiva, senza l'emozione della caccia, per questo siamo andati subito al percorso più vicino, e lì, ci siamo fatti lanciare piattelli il più possibile simili per velocità, modalità d'uscita e traiettoria, al comportamento poi in natura dei veri selvatici cui questo fucile è dedicato.
Lo ricordiamo brevemente: parliamo di uno splendido sovrapposto custom dalla bascula round-body, da ordinarsi a monte da parte dell'utente nella configurazione preferita, come sempre avviene coi fucili Fausti.
Per la nostra prova, abbiamo scelto un calibro 20 (ma esiste in tutti gli altri calibri lisci e anche in molti rigati, in versione express), dotato di monogrillo selettivo, canne da 71 cm. con bindelle piene (per maggiore stabilità di tiro), dotate di strozzature fisse a lungo sviluppo *** e *, il tutto assemblato con bei legni in noce pieno finito ad olio.
Il test
Il test lo abbiamo svolto al campo di tiro a volo della città di Urbino, in una giornata di primavera dalle tinte quasi autunnali che ben si prestava simulare l'aria di caccia.
Ci siamo serviti di cartucce da caccia per armare il fucile, nella fattispecie Fiocchi Traditional calibro 20 caricate con 28 grammi di piombo del 9, per prime e seconde canne.
Come si diceva, non abbiamo voluto fare normali serie di sporting coi classici 25 piattelli, preferendo invece farci "dare" anche più volte quei 3/4 che più si avvicinano al comportamento reale di sellati veri in volo o in corsa: insomma, volevamo sensazioni di caccia il più possibile veritiere.
Ecco così che abbiamo portato l'Italyco ad ingaggiare piattelli che partivano a 5 metri dalla nostra sinistra verso destra, a sfondare verso l'infinito: come starne o fagiani che partissero dalla ferma di un cane.
Eccoci ancora tirare a lepri correnti. Eccoci poi a sparare a piattelli che ci sorvolavano velocissimi, come un volo di alzavole o colombacci ai capanni. Eccoci infine a sparare piattelli inversi ai primi, diciamo dei traversoni da destra verso sinistra, come beccacce partire da dietro un albero.
Sensazioni allo sparo
La prima sensazione è ovviamente quella di avere fra le mani qualche cosa di estremamente funzionale, oltre che bello. Facendo un paragone, un atleta, non un attore o un modello: un atleta vero. Poi l'equilibrio, perfetto, a tutto vantaggio di un brandeggio istintivo e per nulla affaticante.
L'ergonomia dell'insieme, rende per nulla penosi rinculo e rilevamento, anzi.
Il tutto a vantaggio di una venuta in mira fulminea, sicura, seguita dalla possibilità di doppiaggio dei colpi senza incertezze.
Dobbiamo dire che ce lo aspettavamo.
Quel che ci ha sorpreso invece, è la resa balistica delle canne. Onestamente, non era nemmeno immaginabile vedere un calibro 20 così, armato con munizioni a piombo 9 senza contenitore, spaccare piattelli fino a 40/45 metri!
Per non dire poi delle vere e proprie "vaporizzazioni" ottenute con le prime canne più d'appresso. A testimonianza di una capacità assoluta di lavorare bene sia nel medium che nel long range, entrambi territori d'elezione di quest'arma.
Tutte ragioni per le quali ci sentiamo senza indugi di consigliarla al cacciatore con cane da ferma (ma anche da cerca) che voglia distinguersi certo, ma anche e soprattutto per la sua abilità di cacciatore, non tanto di uomo che ha avuto successo nella vita e che fra le altre cose caccia pure.
Insomma, diciamo di un'arma da cacciatori professionisti. Un'arma ideale per lo starnista come per il beccacciaio, per il coturnat come per il beccaccinista, e per chiunque viva la caccia come un piacere della vita, il cui vero gusto lo si apprezza solo con i giusti strumenti fra le mani…
…Cosa che certo, è l'Italyco!