Impossibile dividere la storia del semiautomatico Benelli da quella di Bruno Civolani che grazie all’incontro con Paolo Benelli ha potuto vedere sviluppato il suo progetto nel primo semiautomatico 121 alla fine degli anni '60 segnando l’inizio di un successo che oggi conosciamo come Benelli Armi. Classe 1922, Bruno Civolani viene celebrato da Benelli nel suo centenario proprio con una serie limitata di 100 semiautomatici che nascono dalle linee di quel primo intramontabile modello 121 e si uniscono a quelle della serie SL 80 massima espressione della chiusura a svincolo inerziale. Il sistema introdotto nel semiautomatico da Bruno Civolani sfrutta come è noto l’energia di rinculo generata dallo sparo e “riversata” nella compressione di un mollone dal quale ricava l’energia cinetica della conseguente reazione elastica. L’otturatore vincolato alla canna fissa nello sparo quindi retrocede con essa, l’intero gruppo di otturazione comprime la molla di recupero e una volta giunto al punto di fine corsa posteriore viene riportato nuovamente in chiusura dalla distensione della molla di recupero. Il ciclo di ripetizione molto veloce garantito da questo sistema, unito alle linee estetiche di un’astina molto snella che non doveva ospitare organi di recupero di gas, fecero la fortuna del primo semiautomatico 121 che si distingueva come un vero best seller fra gli appassionati.
Il modello celebrativo Bruno Civolani vuole essere indubbiamente un omaggio a questa tradizione, conservando aspetti come la camera da 70mm della canna da 70 cm con strozzatura fissa due stelle No steel Shot, ma allo stesso tempo proporre dettagli che appartengono all’evoluzione della storia Benelli come il kit di variazione piega e vantaggio. I legni impiegati nel calcio e nell’astina sono in noce europeo di grado 5 con finitura ad olio e cera. Il tributo a Civolani è evidente nelle incisioni della carcassa affidate alla bottega Giovanelli che sul lato destro omaggiano l’inventore ritratto fra le figure di Galileo Galilei e Newton.
Il principio che lega i tre personaggi è quello dell’inerzia che ha impegnato Galileo nel "Dialogo" sopra i massimi sistemi del mondo, Newton nel primo principio della dinamica. A far da cornice sullo sfondo le formule scientifiche fra cui riportata in oro quella dell’energia cinetica Ec= 1/2 mv2 imprescindibile nel sistema a svincolo inerziale. Sul lato sinistro della carcassa sono invece dei fagiani a dominare la scena, in un volo che unisce le due città di Bologna, e Urbino rappresentate sullo sfondo che hanno segnato la vita e l’operato di Bruno Civolani.
Bologna è la città natale dell’inventore che ha poi goduto ad Urbino l’evoluzione del proprio operato fra la stima e l’affetto della famiglia Benelli e quella dei collaboratori che con i familiari e gli amici presenti ricordano durante la cerimonia di presentazione del semiautomatico il valore umano e la passione del genio costruttore. Sul dorso della testata posteriore della carcassa termina l’incisione con il nome di Bruno Civolani e la data 2022 del centenario riportati intorno al sole con l’aquila ducale, simbolo dei Montefeltro che decora il soffitto della biblioteca del Palazzo Ducale di Urbino. Un tributo fortemente simbolico e legato ad un luogo di studio con cui Benelli omaggia la storia condivisa con il genio di Bruno Civolani.