Alta visibilità…
L’introduzione dell’alta visibilità nella gran parte dell’abbigliamento da caccia, è stata una delle più grandi conquiste culturali degli ultimi anni. E lo dico con soddisfazione immensa, dato che è stata “battaglia” condotta personalmente da chi scrive con tutti i mezzi che ha avuto a disposizione.
D’altra parte, non c’era una ragione al mondo perché in cacce di movimento – quella col cane da ferma in primis – e poi in quelle più intrinsecamente pericolose – come il cinghiale in braccata – i partecipanti non dovessero essere il più visibili possibile!
Sulle prime, in un mondo per sua natura tradizionale come quello della caccia – le resistenze furono immense e addirittura ci fu chi ci dava dei fanatici. Ora, lo hanno capito tutti (o quasi), tanto che non c’è azienda che non abbia in catalogo varie collezioni caratterizzate da capi con strategici inserti atti a rendere visibile in ogni condizione chi li indossa.
I vantaggi sono stati subito immensi, quanto triplici: 1) da un lato, la sicurezza per chi li porta di non poter mai essere scambiato per qualcos’altro (o non visto) fra le boscaglie. 2) Dall’altro, la sicurezza per chi spara di non poter nemmeno per sbaglio indirizzare un colpo verso un compagno di battuta. 3) Dall’altro ancora, il fatto di aver trasformato il cacciatore moderno anche nella vita civile – al bar, a fare la spesa, dappertutto – in uno sportivo caratterizzato da un suo look, tecnico quanto esotico, affatto differente dal “quasi bandito” di un tempo!
Video: Crispi Summit GTX
E altro
Crispi, sempre attenta a qualità e innovazione, fu in assoluto la prima azienda ad introdurre l’alta visibilità anche negli scarponi da caccia. Non come vezzo per chi in ricerca di “total look”, ma come fattore tecnico d’importanza capitale in certi contesti e scenari. Proponendo quindi serie intere di modelli capaci di fare il pari con giacche e pantaloni, maglie e cappellini high-visibility.
C’è da dire tuttavia, che se l’alta visibilità in certi contesti è d’obbligo (ora, anche di legge!), in altri può essere dal non necessaria a un disvalore, e penso a tutte le cacce d’appostamento; senza poi dire che – non senza ragione – a qualcuno le scarpe piacciono di foggia la più tradizionale possibile.
Ed è proprio per venire incontro anche a queste esigenze che a latere di best seller come Vadres e Lapponia, Ascent e Track, Crispi ha voluto mantenere la produzione di linee che senza rinunciare a nulla in termini d’innovazione e performance, fossero anche capaci di conservare intatto il gusto della tradizione.
Il Summit GTX, ne è uno degli esempi più perfetti.
Summit GTX: tre parole per descriverlo, anzi quattro
- Tradizionale: ecco, se c’è uno scarpone che in tutto e per tutto evoca la tradizione, questo è il Summit! Dalla foggia ai colori, passando quindi per la conformazione complessiva. Si presenta infatti in un bellissimo full brown intersecato di toni su toni, spezzato dal nero delle gomme, delle suole, dei lacci e delle minuterie.
- Leggero: 600 grammi e poco più (dipende dalla taglia) in termini ponderali, con il perfetto mix di tessuto (cordura), pelle (scamosciato) e gomma a garantire perfetta portabilità nelle cacce di grande movimento a partire dai luoghi e dalle stagioni più calde. Non solo, giocandosela con calze e calzettoni, va benissimo sino ad autunno inoltrato e pieno inverno.
- Tecnologico: dal Vibram° per la suola esterna, al Goretetex° per la calza interna, arrivando al nuovo taglio pianta larga sino alla costruzione antitorsione, non manca nulla del meglio del meglio in termini di materiali e innovazione per garantire il massimo del confort e delle performance.
- Robusto: non so come si siano riusciti, ma il Summit GTX è anche uno scarpone dalla robustezza assoluta, sensazione che trasmette dalla prima presa in mano alla prima calzata. Merito certo anche dei rinforzi in gomma a fascione a triplice cucitura, ma è l’intero assetto costruttivo che ha qualcosa di magico e difficilmente replicabile in qualcosa di così leggero da portare ed indossare.
Per chi è indicato
Il Summit GTX si rivela quindi il perfetto scarpone per il cacciatore che fa chilometri e chilometri in pianura, come in collina e montagna. Specie in ambienti rocciosi. Ottimo anche per chi pratichi cacce d’appostamento tipo colombacci e tordi, almeno sino alla metà di novembre.
Validissimo per ogni forma di caccia col cane, trova nella caccia nel bosco alla beccaccia un ambiente ideale, cavandosela egregiamente in ogni condizione, specie se si è forti camminatori.
Noi l’abbiamo provato a quaglie di fine estate e nelle sessioni di addestramento a fagiani e starne d’autunno, trovandoci benissimo.
Ci sentiamo invece di sconsigliarlo, logicamente, per le poste d’inverno al cinghiale o – visto il taglio abbastanza basso – per cacce anche vaganti in ambienti paludosi traversati da rivoli e ruscelli.
Nemmeno dirlo, il cacciatore tradizionalista ne farà per compagno d’avventure inseparabile anche per ogni altro genere d’escursione nella natura, dal trekking sino agli asparagi e ai funghi, apprezzandone la leggerezza, la sicurezza, le performance e l’innata, sobria eleganza.
Per ulteriori informazioni sullo scarpone Summit GTX, visita il sito Crispi