Dopo anni di impiego disastroso della mitragliatrice, fin dalla sua invenzione in Belgio, nel 1850, ci si accorge che la mitragliatrice non va con l’artiglieria ma è arma d’appoggio della fanteria. E nella visione come arma d’appoggio, si sviluppa l’eterna diatriba, oggi forse risolta, tra mitragliatrice e fucile mitragliatore, iniziata con l’adozione del calibro 5,56x45mm. I dati americani d’epoca rilevavano per la SS109 una traiettoria quasi identica a quella del 7,62x51mm NATO, ridotta differenza di sensibilità al vento laterale e, per la SS109, una ben superiore penetrazione.
La cartuccia ideale, precisa fino a 600 m ed efficacissima? Beh, oggi sappiamo che, quanto meno, non si tratta della soluzione multifunzione, universale e definitiva che si era pensato che fosse.
La FN provvide a sviluppare una nuova arma a fianco dello sviluppo della munizione SS109.
Per il peso ridotto a quest’arma fu imposto il nome di Minimi, acronimo di Mini Mitrailleuse (mini mitragliatrice).
Contemporaneamente alla versione in 5,56 mm fu sviluppata questa in 7,62 mm che vi presentiamo. Fu accantonata perché l’adozione della munizione SS109 sembrava renderla superflua.
A differenza della MAG, anch’essa in calibro 7,62 mm ma destinata ad altro genere d’impiego (ad esempio, la MAG può essere attuata da solenoide, ha la canna più pesante, può essere montata come arma coassiale) la Minimi nello stesso calibro si qualifica come mitragliatrice leggera, un’arma di squadra (SAW: Squad Automatic Weapon), al pari della sorella minore, non di plotone o di compagnia come la MAG. La ripresa del progetto avvenne a inizio 2000, quando l’USSOCOM richiese un’arma che combinasse un peso contenuto ma in 7,62x51mm NATO.
Va da sé che, essendo i progetti nati in contemporanea, vi è un elevato numero di parti comuni tra le due Minimi.
La mitragliatrice è costruita a partire da un castello in lamiera stampata, che non grava sul peso complessivo.
A esso si innestano il blocco di ancoraggio del calcio scorrevole, il guardamano, il manicotto di aggancio della canna e il sistema di alimentazione, con nastro disintegrabile.
L’arma in calibro 7,62 mm beneficia degli stessi criteri di alimentazione della sorella minore in 5,56, in particolare alla possibilità di piegare il nastro all’interno di un serbatoio-caricatore.
Il trascinamento del nastro è attuato nel coperchio, attivato da una pista a camme che, mossa dall’otturatore, provvede al dislocamento trasversale del dente di avanzamento.
Il principio è sostanzialmente lo stesso dell’affidabile MG42, anche se la realizzazione è stata aggiornata.
Nella versione esaminata, il coperchio reca le mire e una slitta Picatinny per l’aggancio di sistemi ottici o di visione notturna. È quindi intuibile che il riposizionamento del coperchio abbia esigenze di precisione, che hanno portato alla soluzione attuale.
Il coperchio può essere chiuso indipendentemente dalla posizione dell’otturatore.
La canna può essere sostituita in circa tre secondi.
È cromata internamente, realizzata dalla stessa FN con sistemi avanzatissimi e rigata per martellatura a freddo.
Le mire metalliche consistono in un mirino, inserito a vite e quindi regolabile in altezza, e in una diottra protetta da robustissime alette, con doppia regolazione in altezza e deriva attuata da due tamburi sul lato sinistro.
La regolazione in altezza avviene con click ogni 100 m, quella in deriva si avvale di una linea di fede. Il mirino è abbattibile, per non interferire con l’uso di strumenti ottici.
La maniglia per il trasporto e la sostituzione della canna non interferisce con la linea di mira in quanto angolata di 60° .
La cura posta nelle canne e la possibilità d’uso di strumenti ottici la dicono lunga sulle caratteristiche di precisione dell’arma.
La sicura è a pulsante trasversale, molto simile a quella che si trova solitamente sui fucili semiautomatici a canna liscia.
Al pari della sorella minore, l’arma funziona a sottrazione di gas, con chiusura geometrica a otturatore rotante.
L’otturatore chiude in un prolungamento della canna, garantendo un head space regolare.
Inoltre questa caratteristica permette di avere una carcassa più leggera, meno critica e in definitiva più economica.
Lo sparo ha inizio con le parti mobili arretrate, per evitare problemi di autoaccensione.
La sottrazione di gas consente, per mezzo di un economico e affidabile sistema di regolazione, di adattare l’arma a ogni condizione climatica e operativa.
Inoltre, rispetto ai sistemi a rinculo tipo MG42, dà origine a un’arma più stabile pur con una significativa riduzione di peso.
L’otturatore ha due alette di chiusura. In pratica, il pistone a corsa lunga è spinto all’indietro dai gas spillati dalla canna; il portaotturatore inizia la sua corsa retrograda, scorrendo su rotaie ricavate nel castello, con l’otturatore ancora vincolato all’estensione della canna che ospita i recessi per l’alloggiamento delle alette. Nel tempo in cui la camma fa ruotare l’otturatore, svincolandolo, la pressione dei gas in canna è scesa a livelli accettabili. I gas liberati dalla valvola di presa sono rilasciati verso l’alto per evitare che si possano sollevare nuvole di polvere, come avviene in mitragliatrici che li dirigono verso il terreno.
Lo smontaggio da campagna è molto semplice. Estraendo una spina che resta vincolata all’arma, il calcio ruota intorno a un perno ed espone la parte posteriore del castello. Da esso si sfilano la molla di recupero e l’otturatore con relativo portaotturatore. La canna si cambia in tre secondi. Per la pulizia del percorso di alimentazione è sufficiente sollevare il coperchio.
La prova a fuoco ha evidenziato una stabilità quasi incredibile sia nelle brevi raffiche sia nel fuoco prolungato. La sensazione di rinculo è pressoché nulla; anche da terra è possibile ingaggiare nuovi bersagli con facilità. La mitragliatrice è una vera arma di squadra: potente, facilmente trasportabile e sufficientemente leggera. Verosimilmente, la sorella minore sarà destinata a essere una sorta di superfucile d’assalto, ancorché non distribuita in modo così vasto, mentre l’arma in 7,62 mm garantirà il potere d’arresto necessario.