Che la casa austriaca Steyr Mannlicher AG (come viene oggi chiamata) sia all’avanguardia nella tecnologia armiera, è cosa che ormai non stupisce più. Quello che pochi sanno è che lo era anche molto, ma molto tempo fa, quando si chiamava “Waffenfabrik Steyr” e il suo Paese si chiamava ancora “Impero di Austria e Ungheria”. Oggi siamo abituati a vedere la Steyr come “madre” di armi moderne e innovative quali lo Stg-77 “AUG” e le pistole M-A1. Allo stesso modo, gli esperti di ieri ammiravano le innovazioni dell’arma oggetto della nostra disquisizione.
La pistola Roth-Steyr M1907 fu frutto dello sforzo congiunto del progettista Georg Roth, proprietario dell’omonima fabbrica di munizioni, e del suo socio Karel Krnka, uno dei più prolifici inventori d’armi della storia austro-ungarica: figlio di un ufficiale d’artiglieria, Krnka aveva iniziato la sua carriera lavorando sul progetto dell’allora fucile d’ordinanza (il Werndl), e aveva intrapreso nel 1889 una carriera “a solo” in Inghilterra, salvo poi rientrare nella madrepatria.
Nel 1895, Krnka aveva progettato un modello di pistola chiamato appunto “Krnka Modello 1895”, che introduceva il sistema di chiusura stabile con canna roto-traslante. Questo sistema di chiusura è ancora oggi utilizzato in armi modernissime, ad esempio la Beretta Px4 Storm, oltre che da armi nate per la raffica, come la TMP, guarda caso ancora di Steyr (ma oggi costruite e commercializzate da B&T come MP9).
Ovvio che agli inizi del 1900 si trattava di una novità interessantissima che garantiva affidabilità; che era esattamente ciò che l’Esercito imperiale dell’Austria-Ungheria cercava per integrare l’armamento da fianco che, allora, era costituito solo dal revolver Rast & Gasser Mod.1898: un’arma tutto sommato nata vecchia, col vantaggio di una capacità di munizioni per allora “alta”, ben 8 colpi anziché 6 ma anche non certo priva di difetti.
Il progetto di Krnka fu quindi perfezionato alla fabbrica d’armi Steyr con l’aiuto di Georg Roth, eliminando l’iniziale cane esterno in favore di un percussore lanciato interno e con uno scatto ibrido simile alla doppia azione.
Ciò che ne nacque, la pistola Roth-Steyr, ebbe l’onore di guadagnarsi un posto nella storia, fra le prime pistole semiautomatiche ad essere ufficialmente adottate dalle Forze Armate di grandi potenze: fra queste, la prima fu la Mauser 1896, ordinata in 1000 esemplari dallʼmpero Ottomano.
L’otturatore della Roth-Steyr è molto lungo e la sua porzione anteriore avvolge la canna.
Al momento dello sparo, la canna solidale all’otturatore effettua un movimento retrogrado di circa 8 mm; due risalti a camma presenti sul corpo, perfettamente cilindrico, della canna obbligano quest’ultima a una rotazione di 60° per effetto dell’accoppiamento con due guide elicoidali ricavate nel tappo anteriore, consentendo lo svincolo della canna dall’otturatore (la chiusura è realizzata con una seconda coppia di risalti sulla canna che si impegnano in apposite fresature nell’otturatore). L’otturatore prosegue la sua corsa retrograda, espellendo il bossolo. A fine corsa, la molla di recupero spinge di nuovo in avanti l’otturatore, camerando una nuova cartuccia, prearmando il percussore e realizzando di nuovo la chiusura.
Lo scatto della Roth-Steyr è una sorta di compromesso tra la singola e la doppia azione. Una volta inserita una cartuccia in camera, il percussore è solo parzialmente armato. Man mano che si esercita pressione sul grilletto, il percussore viene completamente armato, fino allo sgancio che consente l’esplosione del colpo. In caso di cilecca, non è possibile ritentare il tiro semplicemente premendo di nuovo il grilletto come con un’arma in doppia azione classica, bisogna riarmare manualmente il percussore operando il carrello-otturatore. Chissà quale arma moderna con fusto in polimero di enorme successo mondiale questo schema di scatto ci ricorda…
Certamente lo scatto è assolutamente sicuro contro spari accidentali dovuti a cadute o altro, ma la Roth-Steyr M.07 possiede anche un meccanismo di sicura al percussore che ne impedisce il movimento verso l’innesco della cartuccia finché l’otturatore non è completamente in chiusura.
La produzione in serie della Roth-Steyr iniziò nel 1907, da cui la denominazione di Repetierpistole M.07 (pistola a ripetizione 1907), e la distribuzione all’esercito austro-ungarico iniziò l’anno successivo, con le truppe di cavalleria come destinatarie ufficiali. Tuttavia, col deteriorarsi della situazione in Europa, un gran numero di M.07 furono distribuite praticamente a tutte le unità militari. La produzione delle Roth-Steyr fu decentrata, oltre alle circa 60.000 fabbricate da Steyr (e marchiate con una lettera K sotto il pulsante di “hold-open” del carrello-otturatore), ne furono fatte fabbricare altre 30.000 alla Fegyvergyar di Budapest (marchiate con una R), per un totale di circa 90.000 fabbricate in tutto per il periodo in cui rimase in produzione, dal 1907 fino al termine della Prima guerra mondiale.
La M.07 è una pistola solida e affidabile, fabbricata con materiali eccellenti, tant’è vero che la maggior parte degli esemplari oggi in circolazione sono in ottime condizioni. Ma per l’epoca si trattava anche di una pistola ingombrante, con una lunga barra che sporgeva dalla culatta come avviso di percussore armato, e difficile da ricaricare, dato che il caricatore era integrale e veniva macchinosamente riempito con l’otturatore in posizione d’apertura, tramite lastrine da dieci colpi; quanto fosse difficile questa operazione lo abbiamo potuto riscontrare nella prova di tiro, di cui potete leggere i dettagli più avanti. Inoltre era laboriosa e costosa da fabbricare, tant’è vero che solo pochi anni dopo fu radicalmente riprogettata dando vita alla Steyr-Hahn 1912, più sottile e maneggevole, con cane esterno e in un calibro, il 9mm Steyr, ben più efficace anche se il caricatore restava interno.
Comunque, la scarsa disponibilità di pistole rispetto alle necessità durante la Prima guerra mondiale creò anche nell’esercito austro-ungarico il fenomeno delle Behalfpistolen (“pistole di necessità”), per cui i singoli ufficiali acquistavano personalmente pistole “commerciali”.
E il singolare (per allora) metodo di riarmamento ne rendeva sicuro l’impiego a cavallo, essendo un’arma mirata alla cavalleria.
Inoltre, c’è da dire che la cartuccia usata, la 8mm Steyr, non è certo il massimo in quanto a prestazioni e potere d’arresto. Col modernizzarsi delle tecniche militari, il calibro 8mm si rivelò irreparabilmente datato, condannando la Roth-Steyr all’uscita di scena.
La sintesi di questa concomitanza di fattori portò all’uscita di produzione della Roth-Steyr in seguito all’introduzione del modello Hahn, e alla fine del suo servizio attivo; più tardi, con la nascita del Terzo Reich nazista e l’annessione dell’Austria, l’esercito di tale Paese uniformò le proprie dotazioni a quelle tedesche, tutt’al più convertendo al calibro 9 Parabellum alcune Steyr Hahn.
L’ultimo utilizzo militare della Roth-Steyr M.07 fu, paradossalmente, italiano: le M.07 erano state catturate a migliaia durante la Grande Guerra, e dopo l’8 settembre e la divisione dell’Italia, le truppe della RSI, a corto d’armamenti, dovettero far ricorso alle “prede belliche” custodite nei depositi.
Oggi la Roth-Steyr è un eccellente pezzo da collezione, come già detto relativamente “facile” da trovare in buono stato (a prezzi adeguati). Per chi ne avesse una e volesse provare l’emozione di sparare al poligono con un pezzo di storia, come abbiamo fatto noi, ma senza cercare sul mercato del collezionismo costosissime e rare cartucce originali, è consolante sapere che la linea “Old Times” di Fiocchi comprende ancora un allestimento della 8mm Steyr.
Fiocchi offre cartucce con palla mantellata da 113 grani e innesco Boxer, che sviluppano una velocità di 329 m/s per 290 piedi/libbra, che più o meno duplicano le effettive prestazioni originali. Come si vede, nulla di eccezionale: ma il collezionista e l’appassionato storico avranno comunque le loro belle soddisfazioni sulla linea di tiro, dopo che un accurato controllo avrà verificato le buone condizioni dell’arma.
La voce della centenaria
Un fortuito ritrovamento di cartucce d’epoca per una pistola Roth-Steyr ha dato origine a una interessante prova a fuoco. Le cartucce, quasi centenarie, sono tutte partite regolarmente.
Oscar Groppo
Sembrava una delle solite umide giornate di fine autunno destinate a trascorre fra la noia e la routine del fine settimana. Poi lo squillo del telefono e un amico ci racconta di un ritrovamento di munizioni. “Vuoi vederle o chiamo il brigadiere che venga a prendersele?” L’amico al telefono sapeva di fare una domanda provocatoria, considerata la nostra passione e innata curiosità.
Calibro digitale alla mano, eccoci al cospetto del “ritrovamento”; vista la zona, teatro di scontri durante la guerra partigiana, eravamo propensi che si trattasse delle solite 9 Para.
Invece, avvolte in carta di giornale (una pagina della Domenica del Corriere del 1942), facevano bella mostra di sé una ventina di cartucce col fondello rimmed con un diametro di palla di 8 mm e un’altezza totale di 25 mm. La metà recava impresso sul fondello la data del 1910, le altre la scritta Steyr: inequivocabilmente cartucce 8 Steyr per la pistola Roth-Steyr 1907.
A un’analisi più approfondita, una diecina di cartucce presenta la palla rivestita di ferro, il fondello diviso in quattro parti da solchi e recante la data di fabbricazione (1910) e le lettere intrecciate “GR” (Georg Roth appunto).
Queste caratteristiche le identificano come austro-ungariche originali e molto rare.
Le rimanenti hanno palla ramata, fondello senza data ma con la sigla LB che sta a nostro avviso per “Leon Beaux”.
Potrebbe quindi trattarsi di cartucce fabbricate per armi di preda bellica o cedute all’Italia come risarcimento. Molte di questa armi, corte e lunghe, finirono poi in Africa ad armare le nostre truppe di colore. Seguirono alcune ore di febbrile attività per convincere il proprietario, del tutto insensibile al fascino della scoperta, che non si trattava di illegali e pericolosissime calibro 9 Para e a rassicurarlo sul fatto che avremmo provveduto alla loro inertizzazione, per cercare di ricordare chi ci aveva non molto tempo prima parlato di una Roth acquistata e non ancora inserita in collezione, telefonando ad amici e conoscenti per rintracciare l’interessato e convocarlo al poligono con la Roth al seguito.
Al poligono il proprietario arrivò non solo con la pistola, ma addirittura con una lastrina d’epoca.
Superato l’ultimo ostacolo, ovvero il pianto di un collezionista di munizioni ex ordinanza che disperatamente voleva evitare lo “spreco”, finalmente potemmo organizzare la prova.
O meglio ci si provò.
La teoria è facile: si infila la piastrina nelle guide del carrello, si spingono dentro le cartucce con l’apposita appendice mobile e si estrae la piastrina che resta saldamente piantata, si tira con maggiore forza e schizzano via piastrina e cartucce che si sparpagliano ovunque.
Al secondo tentativo la piastrina viene via, ma una cartuccia si pianta di traverso alla camera. Buono finalmente il terzo tentativo mentre un pensiero pieno di ammirazione va ai soldati che sotto lo stress del combattimento riuscivano a ricaricare così le loro armi!!!
Bersaglio messo prudentemente a 15 metri e ... fuoco
Primo colpo basso fra 6 e 7 con mire allineate alla base del nero, leggera correzione, ancora 2 colpi alti e fatta l’abitudine allo scatto i colpi cominciano ad avvicinarsi al centro. In effetti l’ultimo è un bel dieci.
L’arma si è comportata ottimamente, il rilevamento è minimo, il rinculo inesistente, la precisione, nonostante l’emozione, la durezza dello scatto e i pochi colpi a disposizione, più che accettabile. Unico fastidioso inconveniente la tendenza dei bossoli espulsi a colpire la fronte del tiratore.
Nel caso specifico l’arma era in discrete condizioni di canna e ottime di meccanica, come ha evidenziato un prudenziale smontaggio prima della prova.
Scheda tecnica
Produttore | Österreicher Waffenfabrik Steyr e Fegyvergyar, Budapest, Austria-Ungheria |
Modello | Roth-Steyr M1907 |
Numero di catalogo | 2786 |
Calibro | 8mm Roth-Steyr |
Funzionamento | Chiusura stabile con ritardo d'apertura a corto rinculo, con canna roto-traslante |
Lunghezza della canna | 129 mm, con 4 principi destrorsi |
Capacità caricatore | 10 colpi, caricatore integrale all'arma, caricamento tramite lastrine |
Scatto | Azione singola con pre-armamento del percussore lanciato |
Sicure | Automatica al percussore |
Organi di mira | Tacca e mirino fissi |
Dimensioni | Lunghezza totale, 231 mm |
Peso a vuoto | 1008 g |