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Richieste ovviamente accolte visto che il collimatore M4s che recensiamo oggi è stato protagonista del più grande singolo contratto di acquisizione nel campo dei mirini reflex: a luglio del 2009, Aimpoint si è aggiudicato un contratto per la fornitura di 565,783 collimatori M68 Close Combat Optic con l’Esercito statunitense (US Army).
La versione M4s del produttore svedese in realtà potrebbe quasi essere considerata un semplice “restyling”, visto che dal punto di vista ottico ed elettronico non è cambiato assolutamente nulla; solo la struttura del corpo dello strumento è stata modificata, rilocando il vano della batteria in basso a destra, e ridisegnando le protezione delle torrette; il corpo dello M4s è quindi molto più compatto e “raccolto” rispetto al precedente M4.
Il collimatore ci è stato consegnato completo del sistema di aggancio LRP, che anziché impiegare una manopola a coppia controllata (come nell’attacco rapido “standard” QRP2) usa una levetta a tensione regolabile.
Il corpo dello M4s rimane a oggi tra i più robusti in assoluto: ottenuto per lavorazione CNC dal pieno di lega di alluminio 7075-T6, è rifinito con gli stessi trattamenti superficiali a specifiche militari dei Receiver delle armi M16 e M4 ed è certificato completamente stagno fino a oltre 25 m di profondità.
L’azzeramento si effettua agendo sulle due torrette, protette da un tappo a vite impermeabilizzato con un O-ring (come il tappo del vano batterie e la manopola di controllo): ogni click corrisponde a uno spostamento del punto luminoso di 13 mm a 100 m (circa .25 Moa).
L’alimentazione è fornita da una singola batteria Stilo AA da 1,5 V; è possibile impiegare qualsiasi tipo di batteria, sia alcaline che le L91 al Litio, per i climi particolarmente rigidi, e persino le ricaricabili da 1,2 V.
Il riferimento di mira luminoso da 2 MOA può essere impostato su 16 intensità differenti tramite una manopola rotativa, di cui 7 per l’impiego con sistemi di visione notturna, 8 per l’impiego diurno più 1 posizione ultraluminosa.
Grazie alla tecnologia Super ACET (Advanced Circuit Efficiency Technology), l’autonomia nell’impiego diurno supera le 80.000 ore continuative (con una batteria super alcalina), in altre parole, ben 8 anni di funzionamento: l’autonomia ha ormai quasi raggiunto quella ottenibile con le sorgenti di luce GTLS - H3.
Una nota riguardo la compatibilità con i sistemi NVD: le lenti dicroiche impiegate nello M4s presentano un trattamento passa-banda proprietario in grado di lasciar passare il 99,8% della luce IR nella lunghezza d’onda nella quale i tubi Gen III sono più sensibili (dai 780 ai 960 nm). Allo stesso tempo, il 99,8% della luce emessa dal LED del punto luminoso è riflessa verso l’operatore.
Nella confezione troviamo l’ottica, una batteria AA, i coprilenti “bikini” in gomma, un filtro a nido d’ape ARD (Anti Reflection Device) della Tenebraex per eliminare i riflessi sulle lenti (riduce però la trasmissione della luce al 65%), l’attacco rapido LRP (12198) al posto dell’attacco QRP2 normalmente in dotazione, uno spessore da 9mm e il manualetto di istruzioni.
L’attacco rapido LRP offre un migliore profilo rispetto al precedente QRP2 e decisamente un minore indice di impigliabilità; anche la rapidità di montaggio ci è sembrata migliorata.
La tensione sulla rotaia Picatinny è regolabile tramite un dado frenato e la leva si impegna in un recesso che ne rende impossibile lo sgancio accidentale.
L’intero attacco è realizzato in Ergal macchinato CNC e ci è sembrato particolarmente promettente.
Abbiamo montato lo M4s su un… M4 in .223; certamente si nota la maggiore compattezza dell’ottica, soprattutto quando si va in puntamento: il vano batterie, che nello M4 è in alto a destra, tendeva a coprire una piccola parte della visuale, mentre ora è completamente libera. La accessibilità della manopola di controllo è effettivamente peggiorata, di contro possiamo affermare che è ora molto più protetta…
In generale, personalmente ci troviamo senz’altro meglio con lo M4s, ma si tratta di una sensazione soggettiva; abbiamo fatto provare le due versioni dello M4 in poligono ad operatori esperti e fermo restando le eccezionali qualità (assolutamente identiche) dei due collimatori, la scelta tra un modello o l’altro è solo basata su preferenze personali. Nelle foto abbiamo documentato le differenze tra lo M4 e lo M4s.
Concludiamo con l’impressione che abbiamo tra le mani lo stato dell’arte per quanto riguarda i sistemi di mira Reflex a punto rosso, e allo stesso tempo, non possiamo non notare che il prezzo è davvero elevato e sostenibile solamente qualora la destinazione sia professionale, anche perché molte delle caratteristiche che ne alzano notevolmente il prezzo sono impiegabili solo da appartenenti a reparti ed enti con accesso a NVD Gen III.