Spesso ci si imbatte in soggetti già cresciuti, cuccioloni timorosi verso lo sparo e ogni altro rumore molesto.
È spiacevole vedere un bel cane che alla fucilata si dirige dritto sotto l’auto o peggio in fuga verso l’orizzonte. Un addestramento valido aiuta ed evitare la paura dello sparo e a correggerla qualora inizi a palesarsi; vediamo come.
La condizione fisica del cucciolo è il primo e più importante elemento da tenere in considerazione.
L’addestramento non va iniziato troppo presto e sicuramente non bisogna avere fretta di fare incontrare alcun tipo di selvaggina.
Un cucciolo non correttamente formato nel suo apparato muscolo scheletrico, se sottoposto ad uno sforzo per lui eccessivo, sarà un cucciolo dolorante che maschererà la sua condizione con l’esuberanza che caratterizza la sua età ma che proprio per la presenza di una condizione di dolore o difficoltà, tenderà ad associare la stessa al gioco, lavoro, dressaggio che sta subendo e pertanto sarà una associazione non di certo felice che a lungo andare potrà trasformarsi in rifiuto o peggio in paura.
Occorre quindi che il cucciolo venga allenato gradualmente, con passeggiate inizialmente più leggere e poi sempre più frequenti e durature che devono assolutamente evitare l’approccio con la selvaggina.
Con il tempo il cucciolo non deve più apparire stanco dopo la passeggiata o la corsa, non deve tendere ad allargare le gambe verso l’esterno né dimostrare di volersi assopire appena arrivato in cuccia.
Deve invece rimanere dinamico anche a fine addestramento e dimostrare di avere ulteriori forze da spendere.
Da questo momento sarà pronto ad incontrare la sua prima quaglia, un surrogato, o un volo di rondini alle 9 del mattino. Ma deve essere per lui una sorpresa, un interesse improvviso da poter affrontare a dovere, con un efficace inseguimento da sfidare con sicurezza.
Addestramento in canile
Di grande importanza anche l’addestramento in canile.
Bisogna evitare che il cucciolo possa associare i rumori molesti a qualcosa di negativo.
A tal fine ritornerà utile abituarlo a passeggiare al guinzaglio in una via trafficata e battere qualcosa di metallico mentre sta mangiando il suo pasto, magari più appetitoso del solito.
Arriva quindi il momento dello sparo.
È un evento particolare che deve essere fatto conoscere con gradualità. Consiglio di iniziare con una scacciacani di piccolo calibro e di non utilizzarla mai troppo vicino al cane. In questa prima fase non sarà necessario immettere animali surrogati ma è preferibile portare il cane in un terreno aperto, che ci consente di tenerlo a vista anche a distanza, dove sia possibile involare un buon numero di passeri e uccelletti. Saranno animali impossibili da conquistare ma proprio per questo utili a farlo incattivire e inseguire. Inizialmente pistola in fondina e solo dopo qualche inseguimento e quando il cane sarà distante dal conduttore, un secco colpo in aria.
Addestramento del cane: il conduttore
Qui entra in gioco il ruolo del conduttore che deve essere davvero bravo a conciliare il momento di attenzione alla reazione del cucciolo per lo sparo ad una condizione di falsa indifferenza verso lo stesso, in modo tale da non creare nel cane la convinzione di qualunque aspettativa nei suoi confronti.
L’esercizio va ripetuto più volte ma non troppe nella stessa giornata.
La raggiunta sicurezza o indifferenza del cucciolone sarà da incoraggiamento per lo step successivo che prevede l’uso del fucile, un piccolo calibro possibilmente, e di un animale da gabbia, un surrogato insomma.
Due parole vanno spese proprio sulla selvaggina immessa, quale e soprattutto come utilizzarla. Le ridotte dimensioni del cucciolo sconsigliano ovviamente l’uso di un fagiano, il giovane soggetto si appresta ad affrontare una battaglia tra lui e il selvatico e dobbiamo fare di tutto per rendergliela facile e il più vicino possibile ad una forma di gioco. Da preferire quindi la piccola quaglia ma deve essere un buon volatile, in carne, non ferita da urti e con un piumaggio in ordine, insomma deva darci la garanzia che volerà e volerà a lungo.
La quaglia va posta nel terreno in modo da non sciuparla e deve trattarsi di un terreno “pulito” assente di cespugli che la inducano a nascondersi e non partire.
Va posta con vento a favore verso la direzione dove verrà sganciato poi il cane.
Se non c’è vento aspettate che arrivi e se così non è allora sganciate il cucciolo senza immettere la quaglia, fatelo correre un po' e poi andate a casa e riprovate un altro giorno, non commettete mai l’errore di immettere una quaglia che non può essere facilmente avventata.
Sarebbe un disastro.
In condizioni favorevoli le prime due quaglie non vanno abbattute e il cane va lasciato libero di inseguire e mai imboccare. Alla terza quaglia procederemo ad un abbattimento. Sarà necessario un buon tiro a buona distanza e se la si padella mai tentare il secondo colpo, piuttosto meglio tentare con un'altra quaglia. L’abbattimento deve essere seguito da una festa ma niente schiamazzi e grida a distanza, la festa va fatta al cane appena vicino a noi, non va posta attenzione al riporto in questa fase e un premio in questi casi non guasta.
Questa operazione va ripetuta più volte in più giorni e si dovrà concludere quando il cane avrà dimostrato sicurezza e indifferenza allo stesso tempo.
La ferma non è una condizione necessaria alla conclusione di questa fase perché appartiene ad un altro addestramento che non deve servirsi obbligatoriamente dei surrogati.
A questo punto, se tutto è andato bene avremo raggiunto una buona parte del nostro obiettivo e ci rimane solo di evitare di non sciupare i progressi fatti.
La pazienza sarà la nostra migliore alleata mentre la fretta di accelerare il processo di addestramento ci indurrà in errore.
Bisogna a tal fine alternare qualche giornata in zona addestramento cani a qualche passeggiata in terreno libero. L’uso del fucile deve essere parsimonioso, pochi spari ma utili e quindi pochi abbattimenti e se il cucciolone dovesse dimostrare un qualche risentimento allora bisogna rifare qualche passo indietro e ricominciare dalla scacciacani e forse anche da prima.
Anche il nostro umore può essere un disastroso veicolo di fallimenti. Spesso lo stress e il nervosismo dettati dalla vita quotidiana ci portano a scaricare inconsapevoli la tensione sul cucciolone accelerando le nostre aspettative e quindi aggiungendo tensione; il cane ne risentirà e ogni negatività sarà amplificata. Tutto ciò va evitato. Il segreto sta quindi nel procedimento per fasi che non deve indurci al passaggio della successiva se prima non si è certi di aver completato a dovere la precedente.